Onmic PTCO – La pubblicità: ciò che affascina…spesso inganna

Al giorno d’oggi, ci siamo abituati alla presenza della pubblicità, quasi senza rendercene conto. La troviamo un po’ dappertutto:

se sfogliamo una rivista dal parrucchiere; se leggiamo un quotidiano al bar; se camminiamo per strada il nostro sguardo cattura le immagini dei grandi cartelloni pubblicitari; quante volte guardando un film in televisione proprio sul momento più bello entra in scena uno spot pubblicitario, che spesso ci infastidisce  un po’; le cassette della posta sono invase da una miriade di volantini pubblicitari, di supermercati, negozi di elettronica che offrono prodotti ad un prezzo concorrenziale. Tutto ruota intorno alla pubblicità. Ma che cos’è la pubblicità? Essa è una forma di comunicazione che tende ad influenzare il comportamento del consumatore nei confronti dell’oggetto che viene pubblicizzato, che può essere un prodotto, un servizio, un partito politico,. cercando di raggiungere un pubblico il più vasto possibile.

La pubblicità deve colpire lo spettatore attraverso colpi di scena, ironia, provocazione ed emotività. È un qualcosa studiato nei minimi dettagli, come: l’uso di messaggi che illudono le persone, le immagini multicolori, la musica fondamentale per creare messaggi persuasivi, gli slogan che rimangono impressi nella mente dello spettatore per molto tempo.

Spesso per pubblicizzare un prodotto, vengono ingaggiati i cosiddetti “influencer”, cioè dei personaggi molto popolari in Rete, amatissimi dal pubblico e quindi capaci di influenzare i comportamenti e le scelte di coloro che li adorano. Anche gli sfondi che vengono utilizzati negli spot sono fondamentali. Ad esempio quello tropicale, con mare, sole, palme, amache, ci fa pensare ai momenti di relax che ognuno di noi vorrebbe vivere,  ammaliandoci  con i suoi effetti speciali, facendoci apparire tutto più bello.

Le origini della pubblicità sono antichissime. All’epoca romana risalgono i manifesti in pergamena o cera che i librai usavano per pubblicizzare i testi degli scrittori di quell’epoca. Gli scavi di Pompei hanno portato alla luce insegne di negozi, affissioni di propaganda elettorale, iscrizioni sui muri e su oggetti, che pubblicizzavano gare e spettacoli. Gli egizi usavano il papiro per creare messaggi di vendita e i commercianti greci esponevano le loro merci accompagnate da scritte che catturavano la curiosità della gente. Nel XIII secolo i commercianti ingaggiavano banditori che giravano per le vie delle città suonando tamburi e strillando primitivi slogan.

Lo sviluppo della pubblicità procede di pari passo con l’evoluzione economica e tecnologica della società. Nell’ ‘800 si diffonde l’annuncio illustrato, il volantino, il grande manifesto colorato e l’insegna. La prima grande rivoluzione della pubblicità si ebbe nel 1922, con il primo radiocomunicato americano, dove si sponsorizzava la vendita di alcuni appartamenti. Negli anni ’30 si iniziano ad utilizzare i “jingle”, cioè dei motivi musicali che accompagnano uno spot pubblicitario per rafforzare ancora di più il messaggio.

Il primo servizio pubblicitario nasce nel 1630 ad opera del francese Renaudot, che fonda una gazzetta sulla quale venivano stampati annunci pubblicitari a pagamento. Venti anni dopo lo stesso esempio lo seguirà l’Inghilterra. Nel 1957 in Italia,  è la volta di “Carosello” un programma televisivo, amato da grandi e piccini, che andava in onda dopo il telegiornale della sera, che conteneva cinque spot pubblicitari, studiati come piccole storie. Dopo Carosello i bambini andavano a dormire.

Giornali, libri, film diventano importanti strumenti di propaganda politica, soprattutto presso i regimi totalitari. Naturalmente la pubblicità come oggi la concepiamo, ha origini molto più vicine ed è legata all’invenzione della stampa, ad opera del tedesco Johann Gutenberg.

Ha segnato un grande vantaggio per l’industria del consumo, è alla base del commercio, perché permette con grande facilità, di far conoscere alle persone, quali sono i prodotti in commercio, le loro qualità e la loro convenienza.

Fondamentale è il marketing on line, che rappresenta i vantaggi della globalizzazione. Infatti attraverso Internet, si possono raggiungere clienti da ogni parte del mondo. Uno svantaggio è forse rappresentato dalla grande concorrenza, in quanto avendo a che fare con una dimensione globale, i competitori sono numerosi.

Purtroppo dietro un messaggio pubblicitario che apparentemente ci sembra idilliaco, si nascondono insidie di cui spesso l’uomo non si rende conto. Uno dei campi in cui c’è più rischio di trovare pubblicità ingannevole, è quello della salute e del benessere. Spesso vengono pubblicizzati prodotti dimagranti e cosmetici, arricchiti di valori immaginari, che spesso risultano essere dannosi alla salute.

Da non sottovalutare l’aumento   della percentuale di giovani afflitti da disturbi alimentari quali l’obesità o la bulimia, incrementate dalle pubblicità di cibi grassi e dolci, e l’anoressia provocata nella maggior parte dei casi dall’ideale estetico delle modelle che recitano negli spot.

Quante volte ci è capitato di acquistare un prodotto ad un prezzo vantaggioso, che apparentemente sembrava nuovo ed invece con il passare del tempo ci siamo resi conto che lo stesso, presentava difetti, imperfezioni.

Si è spesso ingannati, perché difficilmente riusciamo a leggere tutte le scritte che vengono presentate in uno spot pubblicitario, scritte a caratteri microscopici o pronunciate velocemente.

Per non parlare del lavaggio del cervello che la pubblicità ci fa. È uno strumento capace di manipolare la mente umana e non ci permette di decidere autonomamente.

La pubblicità ingannevole è disciplinata dalla legge che stabilisce con determinati articoli che deve essere palese, veritiera e corretta. Personalmente credo che fare a meno della pubblicità non è possibile e tantomeno producente, in quanto essa rappresenta il fulcro di tutta l’economia di uno Stato. Forse una delle soluzioni sarebbe quella di non lasciarsi condizionare e ingannare dalle apparenze e controllare il reale valore delle cose pubblicizzate.

Viviana Orecchio