Nel mondo le donne sono il 33,3% dei ricercatori e sono presenti solo per il 12% nelle Accademie scientifiche.
Sette anni fa l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito l’International Day of Women and Girls in Science, con l’obiettivo di rompere i pregiudizi e gli ostacoli all’origine del divario che ancora esiste nel mondo della ricerca, dove gli uomini sono ancora in netta maggioranza.
È una disparità che si prospetta anche nel futuro, considerando quanto poco le donne siano rappresentare in settori emergenti, come l’intelligenza artificiale, dove solo un professionista su cinque (22%) è una donna, e sono ancora poche le donne che si laureano in ingegneria ( 28%) e in informatica (40%).
Il problema è diffuso anche in Italia, dove solo il 16% delle ragazze si laurea in facoltà scientifiche contro il 37% dei ragazzi. Ma forse qualcosa sta cambiando. Secondo Save The Children, nel 2021, in Italia le immatricolazioni universitarie registrano un aumento delle donne iscritte alle facoltà STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). Il nostro paese si attesta al 22% delle ragazze che scelgono corsi scientifici sul totale delle iscritte. Pur registrando un aumento in particolare per le immatricolazioni in informatica e tecnologie ICT (+15,74%), le materie scientifiche continuano ad essere percepite dalle ragazze come “poco adatte” a loro, sebbene – in base all’ultima ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children – appassionino e incuriosiscano il 54% delle adolescenti a scuola.
Il sito di riferimento della Giornata è quello ufficiale www.womeninscienceday.org e a cercare di sensibilizzare sul tema sono decine di iniziative anche in Italia, come “ResearcHER – Prospettive di Scienza”, organizzata da Università dell’Aquila e Gran Sasso Science Institute (Gssi) da parte di istituzioni e centri di ricerca, come quelle di Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), e tantissime altre organizzate da associazioni, come ‘She is a Scientist’, e università, con incontri e confronti online sui temi della disparità.