Il territorio ricco di boschi gode di un clima mite e di un’armonica bellezza dei luoghi.
La fondazione del paese sembra risalire all’Altomedioevo. Monaci italo-greci (VIII – IX sec.) edificarono qui un loro Cenobio dedicato a Santa Sofia. Il territorio fu sottoposto al dominio della famiglia Sanseverino fino alla metà del XVI secolo e dei duchi Calà nel ‘600 e nel ‘700. Tra il 1630 e il 1648 si stabilì nel paese il brigante Giovanbattista Verricella, detto “Tittariello”.
Per la mitezza del clima e per la bellezza dei luoghi, oggi Sant’Arsenio è meta di numerosi villeggianti, soprattutto durante la stagione estiva. Il sito naturale di maggior interesse è il Monte Carmelo (1100 m.), facilmente accessibile mediante strada asfaltata che conduce fino alla vetta della montagna, dove è situato l’omonimo santuario. Da qui è possibile godere a pieno del panorama del Vallo di Diano e perdersi nel contatto con una natura ancora incontaminata.
Di particolare interesse artistico e architettonico è il Borgo Serrone che conserva intatta la sua originaria struttura. Situato sulla parte alta del paese, è costituito da una serie di chiese e cappelle, databili tra il ‘600 e il ‘700, che presentano interessanti portali di ingresso in pietra, come ad esempio quella della SS. Annunziata e di Santa Maria de’ Martiri. Tra gli antichi palazzi signorili si ricorda invece il Palazzo Cafaro (1800) che presenta il portone in pietra e la facciata in stile neoclassico con quattro busti in stucco.
Il Brigante Tittariello
Ad agosto una manifestazione folcloristica ricorda le gesta di Giovan Battista Verricella, detto “Tittariello”. Al suo comando obbedivano ben 300 fuorilegge la cui attività interessò tutti i territori circostanti tanto da arrivare fino a Eboli. Il Governatore di Citra decise di guidare personalmente le truppe regie nella campagna contro il brigante. Soldati italiani e due compagnie spagnole invasero Sant’Arsenio reprimendo nel sangue ogni forma di resistenza. I soldati del Governatore incalzarono in modo inesorabile il Tittariello che dopo una tenace resistenza e con il continuo e serrato invio di truppe di soldati fu costretto ad allontanarsi sempre più dalla zona di Sant’Arsenio e Polla preferendo continuare la sua lotta nel vicino Cilento aggregandosi alla banda del famigerato Marco Gargano. Il brigante però, lontano dalla sua terra e dall’ambiente in cui era abituato a muoversi, privo della famosa banda che lo aveva reso celebre, non si rese più protagonista di imprese eclatanti e incerta rimane la fine di uno dei protagonisti delle prime forme di brigantaggio nell’Italia Meridionale.
La rievocazione storica inizia con un corteo storico per le vie cittadine e con l’esibizione di trombonieri, sbandieratori, giocolieri, cavalieri, musici. Si rappresenta il bando di cattura del Brigante Tittariello e lo scontro a fuoco tra soldati Italo – Spagnoli e truppe di briganti. Per l’evento si allestiscono con grande precisione storica una serie di botteghe d’epoca, taverne, locande e bivacchi utilizzando reperti provenienti dalla civiltà contadina per la degustazione di antichi piatti dal sapore di una volta.
Daniela Siano