La globalizzazione ristruttura la relazione spazio-tempo all’interno della quale gli individui e i gruppi organizzano la loro esperienza di vita. I flussi di comunicazione, gli spostamenti rapidi e continui di cose e di persone ci aiutano a percepire in maniera sempre più forte tale mutamento.
Grazie ai media globali le persone possono ogni giorno attraversare realtà discontinue e opposte. Alla maggiore velocità di spostamento fisico si accompagnano flussi di comunicazione sempre più intensi e un’accresciuta capacità di mobilità virtuale, fino a raggiungere quello che il filosofo Jacques Attali definisce nomadismo virtuale: una vasta categoria di persone che, sebbene siano ancora sedentarie, vivono tutte le forme del nomadismo attraverso la televisione, i videogiochi, le nuove tecnologie.
Di conseguenza, oggi, le tecnologie dell’informazione non solo coinvolgono emotivamente in quello che accade dall’altra parte del mondo, ma consentono anche di comunicare istantaneamente con chiunque abbia un computer e un modem, annullando di fatto la distanza fisica. Cambia, perciò, l’esperienza che si ha del mondo, confinata nel presente assoluto e nella molteplicità delle sue potenzialità spaziali: si vive – come afferma il critico letterario Fredric Jameson – in una dimensione sincronica piuttosto che diacronica.
Ognuno di noi ogni giorno attraversa realtà radicalmente distanti e discontinue passando da relazioni familiari, a quelle finanziari, dalle reti amicali ai media globali. È dunque l’esperienza delle persone che cambia, continuamente, ripetutamente e velocemente. Alla maggiore velocità di spostamento fisico, si accompagnano flussi di comunicazione sempre più intensi e un’accresciuta capacità di mobilità virtuale. Il differente modo con cui gli individui stabiliscono rapporti con l’ambiente circostante fa sì che lo spazio che fisicamente circonda le persone sia sempre meno capace di conferire senso alla vita individuale e di costruire una cornice nella quale elaborare e rielaborare linguaggi e azioni collettive. L’ispessimento dello spazio non produce altro che la sua stessa frammentazione: nell’età globale le persone che vivono nello stesso luogo hanno sempre meno legami e ricordi comuni dato che ognuno è in grado di ritagliarsi riferimenti propri. L’esperienza individuale ormai è confinata nel presente assoluto, in un passato dimenticato e in un futuro sempre più incerto.
Lo sviluppo dell’individuo in una società dominata dai mass-media costituisce un problema sociologico fondamentale. Da una parte possiamo considerare i mass-media come strumenti raffinati e potenti che amplificano il potere di informazione e di comunicazione. Dall’altro, causano la frammentazione degli scopi, con il rischio che il loro uso crei individui acritici e incapaci di orientarsi e scegliere consapevolmente nella sovrabbondanza dei messaggi e dei modelli che gli si presentano. Siamo così di fronte ad un bivio nel quale cercheremo di capire se tutte queste opportunità liberano gli individui offrendo continue e molteplici opportunità o li imprigionano.
Daniela Siano