Il Festival, da quattro anni di stanza nella nostra città, ospite del Premio Charlot di Claudio Tortora, si svolgerà tra l’Arena del Mare e il Parco Pinocchio.
“Il blues è solo un brivido profondo e doloroso”. È a definizioni come questa, cantata nei primi anni quaranta dal chitarrista nero Son House, che spesso si è fatto ricorso nel tentativo di descrivere il blues. Da ben quattordici anni prova a descrivere e a far toccare con mano i suoi effetti e tutta l’ampiezza di un fenomeno storico e di immensa popolarità, Domenico “Mimmo” Spena, direttore artistico del Campania Blues Festival.
Quest’anno, saranno tre le serate, tutte ad ingresso libero e con doppio concerto, che infiammeranno il pubblico salernitano.
Apertura all’Arena del Mare venerdì 19 luglio, ove alle 21,15 salirà sul palcoscenico Tito Esposito, semifinalista all’Italian Blues Challenge 2015, in duo con il batterista Andrea Di Cintio che si distingue per un sound che nasce dall’incontro tra la tradizione italiana e il Country Blues americano, con un po’ di Chicago Blues e sonorità Soul e Reggae e presenterà alcuni brani del suo ultimo lavoro “Giorgia Line”.
A seguire, la performance di Doyle Bramhall II, un mostro sacro: chitarrista, cantante, produttore, songwriter che ha collaborato con Roger Waters, Elton John, Gregg Allman e prodotto e scritto canzoni per Sheryl Crow e la Tedeschi Trucks Band. Soprattutto, Doyle ha trascorso oltre un decennio come braccio destro di Eric Clapton, lavorandoci sia in studio che sul palco. La sua proposta s’intitola “Shades” è il debutto di Doyle Bramhall II, in cui il chitarrista si spende senza riserve mettendosi totalmente in gioco come produttore, polistrumentista, cantante e spremendosi letteralmente a favore di canzoni e arrangiamenti. Il suono conserva una accattivante sporcizia e suadente ruvidità che trasudano genuinità artistica, attraverso grandi assolo, spruzzati di grunge, ballad, in un grande cocktail musicale.
Sabato 20 luglio ci si sposterà al Parco dell’Irno, dove verrà allestito un piccolo villaggio con mercatino musicale e stand enogastronomici. Qui salirà sul palco, in apertura di serata la Boogie Band che lascerà la ribalta alla “Blair Crimmins and The Hookers”, composta da Justin Roberts (Basso), Colin Agnew (Batteria), Dustin Cottrell (Pianoforte), Taylor Kennedy (Sax, Clarinetto), Darren English (Tromba) e dal leader Blair Crimmins alla Voce, Chitarra e Banjo, latrice di un suono che è al tempo stesso unico e ispirato. Lo stesso Crimmins ha iniziato a svilupparlo qualche tempo fa, affinando la magia del ragtime e degli anni ’20, abbinato a un po ‘di jazz di Dixieland.
E siamo alla giornata conclusiva, di Domenica 21 luglio, sempre al Parco dell’Irno, che vedrà salire, alle 21,15, in prima pedana la Tito Blues Band con Gabriele “Tito” Capaccioni alla voce, chitarra, armonica, Alessandro “Zibo” de Maio al basso e cori e Marco Donati alla batteria. Passaggio del testimone, intorno alle 22,30, quando la ribalta sarà tutta di Tom Attah, un interprete forte, intriso di soul e blues acustico. In veste di chitarrista e cantante, Tom si esibisce da solo, con un duo acustico e come membro di una band elettrica. La sua opera acustica solista include le sue originali composizioni Blues e ha portato a esibizioni nei maggiori festival musicali in Europa, tra cui i principali palchi al Glastonbury Festival of Contemporary Performing Arts, il Great British Rhythm & Blues Festival e il Blues Autour Du Zinc. Combinando il potere grezzo di Son House con i ritmi ipnotici di Howlin ‘Wolf e il ruggito a canestro dei vecchi blues, gli spettacoli live di Tom portano il pubblico in un viaggio dal Delta al Download con intensità del XXI secolo. Tradizionale e di transizione, Tom è il moderno, vivente bluesman. Prendendo la musica dal passato e portandola nel futuro, Tom ha storie da raccontare e canzoni da suonare.