Non si può restare indifferenti dinanzi alla bara bianca di un bambino.
Il 9 maggio, tra gli uomini e le donne migranti che sbarcano al porto di Salerno è anche il corpo di Austin, un piccolo nigeriano di tre anni, morto durante la traversata del Mediterraneo in circostanze non ancora del tutto chiare. Giovedì 11 maggio, don Russo ha presieduto, nel cimitero di Brignano, il rito della sepoltura di Austin ed ha ancora negli occhi quel feretro e la disperazione composta dei genitori, Blessing e Moses. Due sono gli atteggiamenti possibili: una commozione fine a se stessa, che però non supera un vago sentimentalismo e dura poco, oppure una compassione che si fa azione concreta. Martedì 16 maggio, don Marco Russo, direttore della Caritas diocesana di Salerno-Campagna-Acerno, scrive una lettera aperta agli uomini e alle donne di buona volontà perché diano una mano e donino prodotti di prima necessità da immagazzinare in vista di nuovi sbarchi. “Le vicende accadute durante gli ultimi sbarchi, che hanno visto giungere sulle coste salernitane tre corpi senza vita di due giovani donne e di un bimbo di appena tre anni – spiega il sacerdote – non possono lasciarci insensibili. È dovuta una riflessione che ci porti ad essere sempre più vicini ed attivi verso gli ultimi, verso le persone più indifese che vivono il dramma della guerra e che vengono qui per cercare la sopravvivenza. I bambini e le donne sono gli ultimi tra gli ultimi. Ciò che è accaduto non sia vano. Tutti dobbiamo renderci operosi anche attraverso un piccolo gesto”. Sono parole accorate e preoccupate.
Giuseppe Pecorelli