Il giorno 8 gennaio nel salone Bottiglieri della Provincia di Salerno è stato presentato il nuovo progetto editoriale fortemente voluto da Andrea Manzi: Il Quotidiano del Sud – L’ALTRA VOCE della tua città.
Un progetto che all’apparenza potrebbe sembrare una follia, l’ennesimo quotidiano in un mercato saturo, per di più cartaceo nell’era digitale… E invece viene fuori un’idea geniale, perché va in controtendenza, perché a differenza delle grandi testate che si affidano al sensazionalismo dei titoli, alle pagine di gossip e ai grandi sponsor, Andrea Manzi parte dalla base, dalla gente e da chi la rappresenta davvero. E non parliamo dei partiti politici, ma delle Associazioni, presenti all’evento e promotrici dello stesso, delle piccole testate, i cui rappresentanti e addetti gremivano la sala. E anche il tavolo dei relatori era rappresentativo di una società culturalmente viva e propositiva, quella di un meridione che pensa, che scrive, che insegna, che impara, che si proietta nel domani.
Non è stato casuale che l’argomento principale della presentazione sia stato il Meridionalismo, alla base del progetto editoriale, non una semplice idea di revisionismo storico-politico in salsa revanscista, quanto piuttosto una presa di coscienza delle nostre potenzialità e delle nostre possibilità, infinite ma non sfruttate, decantate ma sempre deluse da una rassegnazione quasi atavica, da un atteggiamento che bisogna cambiare per risalire la china, per dare dignità alle nostre idee e alla nostra terra.
Bellissima insomma la presentazione del nuovo quotidiano, in edicola a partire dal 14 gennaio p.v., magistralmente moderata dal sempre ottimo Aniello Palumbo, a suo agio con il microfono, quanto con la penna, o forse oggi dovremmo dire con la tastiera e bellissimi sono stati gli interventi di Ottavio Lucarelli Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania e di Giuseppe Acocella Professore emerito dell’Università Federico II, che hanno spiegato l’importanza del pluralismo oggi, in una società fortemente omologata e massificata e soprattutto di un giornalismo di qualità. Oggi più che mai, in una società in cui “i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività”.
Francesco Martini