Idiocracy, la tragicomica deriva del genere umano verso la stupidità

Il pessimista pensa che le cose non possano andare peggio di così. L’ottimista pensa di sì. (Mike Judge)

Molto spesso il cinema riesce a leggere delle sfaccettature della realtà presente che sfuggono ai più: osservatori disattenti, sedicenti esperti di comunicazione, critici e scienziati, troppo attenti a studiare quei fenomeni che sono macroscopicamente sotto gli occhi di tutti, tralasciando quelli striscianti, quanto mai importanti e latori di cambiamenti tanto lenti quanto alla fine epocali; mi riferisco all’uso delle tecnologie, all’abbandono graduale della cultura classica, al dilagare del selfismo compulsivo, alla strisciante . deriva verso la stupidità che oggi caratterizza la nostra “società del malessere”.

In tal senso può essere letto il film Idiocracy, pellicola del 2006 di Mike Judge (creatore tra l’altro della demenziale e seguitissima serie animata “Beavis and Butt-Head”), una pellicola che col sorriso di una narrazione garbata e senza troppe pretese di analisi antropologica, racconta una storia che deve farci riflettere su tanti aspetti della realtà presente e sui possibili scenari futuri.

Joe Bauers è il tipico buzzurro medio americano, lavora al piano più interrato del Pentagono, è incapace e pigro, per questo viene selezionato dai vertici militari come cavia per un progetto di ibernazione insieme a Rita, una prostituta che lui crede pittrice. L’esperimento “top secret” dovrebbe durare un anno, ma il responsabile è arrestato e i due malcapitati cadono nel dimenticatoio. Si risveglieranno nel 2505 in una realtà becera e degradata composta da individui patologicamente idioti che hanno portato la società e l’ambiente all’orlo del disastro.

Joe scopre che il quoziente intellettivo del genere umano si è notevolmente abbassato rendendolo l’uomo più intelligente e brillante di tutto il Pianeta; per queste sue qualità sarà infatti prima imprigionato, in seguito portato alla Casa Bianca dove viene nominato a sua sorpresa segretario degli interni, in quanto il test d’intelligenza svolto in carcere l’ha identificato come l’uomo più intelligente del mondo. Durante il suo discorso, il Presidente Dwayne Camacho, wrestler e pornoattore, afferma di fronte alla popolazione che Joe riceverà l’amnistia per i suoi “crimini” se riuscirà a far cessare le tempeste di polvere, sistemerà l’economia (o come la chiamano loro ecomonia) e risolverà il problema della carenza di cibo in una settimana. Benché iniziamente poco fiducioso di se stesso, Joe scopre che il problema principale della carenza di cibo è la siccità dei campi di coltivazione, che non vengono irrigati con acqua, ma con Brawndo il tronca-sete, una bevanda energetica che ha rimpiazzato l’acqua in tutti i suoi usi. Joe, intuendo che quello potesse essere la causa del problema, ordina di cessare l’uso di Brawndo e di tornare ad irrigare con la sola acqua. Tra mille demenziali vicissitudini proprio Joe diventerà il Presidente degli Stati Uniti…

La satira di Judge può estendersi per molti aspetti all’intero pianeta e ai suoi usi e costumi sempre più ‘bassi’. Emblematico è l’incipit con le interviste alle coppie colte che non hanno figli e a quelle tamarre, manco a dirlo piene di bambini; come a voler rappresentare il detto “la mamma dei cretini è sempre incinta”.

Sicuramente il punto focale di una riflessione sul “dove siamo diretti?” è offerta dallo show televisivo “Ahi le palle” e dal film “Chiappe”, rappresentati come cult del 2505, ma siamo sicuri che oggi nel 2020 siamo tanto distanti da questo tipo di programmi?

E che dire della geniale trovata del Presidente Dwayne Camacho, wrestler e pornoattore che ringhia e contrae i muscoli durante i discorsi? Ah dimenticavo che negli USA credono ancora che il wrestling sia uno sport e che hanno già avuto un lottatore al governo in Minnesota; anche qui non siamo tanto distanti dalla realtà.

Per il resto, anche se con qualche discontinuità, il film raggiunge l’obiettivo. Si tratta di una commedia dallo scenario futuristico che è ben lungi dall’idea della fantascienza classica, fatta di eperopoli trafficate di auto volanti, replicanti e androidi, quanto piuttosto di una tragicomica visione degli USA (ma del mondo intero potremmo dire) come di un paese popolato da dementi che passano la loro vita davanti al televisore guardando programmi spazzatura, ingurgitando bevande energetiche, usate addirittura per concimare i campi. Una tragica ma verosimile profezia insomma, perché negli ultimi anni il trend della popolazione mondiale, cosiddetta sviluppata, è tristemente simile a quello del film, ovvero un inarrestabile processo d’instupidimento globale.

Non si tratta certamente di un archetipo, quanto piuttosto di una commedia piacevole, che scorre bene e fa anche ridere, ma nel contempo offre spunti di riflessione davvero notevoli e nella sua semplicità riesce a fotografare una realtà tragicomicamente vera e più che mai attuale.

Sebbene il film sia ambientato negli USA è impossibile non allargare e direi universalizzare questa tragica profezia sul declino intellettuale, ma forse sarebbe più corretto dire intellettivo, dell’umanità; un’umanità quella contemporanea che sta andando, di gran carriera, verso una condizione di abbrutimento globale e sta raggiungendo l’apoteosi della beceraggine di se stessa.

Se fosse vivo il povero Charles Darwin… (e credo, anzi sono certo che si starà rivoltando nella tomba con carpiati doppi e tripli) scriverebbe un volume dal titolo “L’involuzione della specie”.

Francesco Martini