La musicoterapia è una modalità di approccio alla persona basata sull’uso della musica come strumento educativo e riabilitativo.
È usata in molte condizioni patologiche ed è un approccio terapeutico riabilitativo, coadiuvante e complementare. Sebbene non sia ancora riconosciuta dalla medicina ufficiale, la musicoterapia è usata per le patologie legate alla disabilità mentale e per i deficit motori. Viceversa la scienza è da tempo interessata agli effetti benefici della musica sulla psiche e sul corpo. Molte ricerche sono incentrate sulla neurochimica della musica, perché l’essere umano è chimica, sia nel corpo che nella psiche. Il punto fondamentale sta allora nella capacità delle vibrazioni musicali, di modificare alcuni squilibri agendo sulla chimica e sulla salute psicofisica.
La musica aiuta a conoscersi meglio, sondando con cautela e tranquillità le fragili pieghe del nostro corpo psichico. Le motivazioni che muovono le persone ad ascoltare o a produrre musica nascono per lo più dalla necessità pressante di entrare in una dimensione mentale che permetta il contatto con la propria sfera emotiva, dove è possibile la strutturazione di uno spazio immateriale gestibile secondo le regole della propria fantasia. (Messaggio della FEDIM Federazione Italiana Musicoterapia)
La musica per il benessere
L’ascolto della musica allora non è semplicemente strumento ludico o di rilassamento, ma un vero e proprio strumento terapeutico che supporta le discipline mediche. La musica è fatta ascoltare ai bambini nel grembo materno (con risultati scientificamente accertati), è persino una disciplina di studio a scuola. La musica accompagna da sempre la vita dell’uomo, da quando lo stesso ha cominciato ad agire come forma intelligente. E infatti la musica ha sempre accompagnato le manifestazioni della cultura umana. È così per le cerimonie e i riti come battesimi, matrimoni e funerali; altrettanto dicasi per la poesia e per le rappresentazioni sceniche. La musica infatti esprime i sentimenti e gli stati d’animo, comunica messaggi ed emozioni, in altre parole è il sottofondo dell’umanità. Non stupisce affatto quindi l’utilizzo della musicoterapia come coadiuvante delle cure mediche, in quanto generatrice di benessere psicofisico.
Musicoterapia: approccio attivo e recettivo
La musicoterapia agisce su molte sfere: comunicazione, motricità, relazione, apprendimento, espressione, grazie al linguaggio sonoro musicale e ai suoi stimoli non verbali. La musicoterapia è dunque in grado di sollecitare risposte spontanee, frutto di una relazione nella quale le parti si connettono e si riconoscono. In tal modo la musicoterapia è in grado di originare un incontro di conoscenza di sé e dell’altro. A seconda del paziente un terapista sceglie di utilizzare la musicoterapia attiva o recettiva, per poter entrare in contatto con le sue più intime peculiarità. Ovviamente l’una non esclude l’altra a priori e il percorso terapeutico spesso oscilla tra i due approcci.
- Musicoterapia attiva: è l’azione del suonare. L’interazione tra paziente e terapeuta è incentrata sulla produzione di suoni mediante l’uso della la voce, di strumenti musicali o di oggetti.
- Musicoterapia recettiva: è l’ascolto di suoni e/o brani musicali. Non è però un’attività passiva, perché stimola delle azioni mirate come la percezione e l’immaginazione attraverso l’elaborazione delle melodie e dei suoni.
6 benefici della musica nella terapia dei disabili
Viene da sé che la musicoterapia può aiutare le persone affette da disabilità, certificate e non, mentali e fisiche, visibili e latenti. Analizziamo nel dettaglio alcuni benefici che la musicoterapia può portare in situazioni di disabilità.
1. Possibilità di esprimere le emozioni
La musicoterapia è un ottimo strumento per stimolare e far emergere le emozioni, soprattutto nei bambini. La musica infatti attiva i cosiddetti neuroni specchio: la connessione tra ciò che si suona e ciò che si sente. L’effetto che ne consegue è una sensazione di rilassamento e di maggiore apertura al mondo. Proprio la mancanza di apertura all’esterno è uno dei maggiori deficit connessi a molte forme di disabilità e parte dalla difficoltà di esprimere le emozioni. Ascoltare musica e meglio ancora suonare, sono ottimi metodi per comprendere e far venire alla luce le emozioni. Infatti le emozioni devono essere vissute ed esternate e non vanno categorizzate o confinate. La musica infatti è materia di studio scolastico proprio come educazione alle emozioni, al piacere e al bello. È in questo senso che ascolto e produzione musicale agiscono positivamente sui bimbi disabili e sulle loro capacità emotive.
2. Allargamento delle relazioni interpersonali
Viene di conseguenza che l’espressione dell’emotività sia fondamentale nelle relazioni interpersonali. L’uomo è un animale sociale e come tale, costantemente in relazione. Fondamentale allora risulta la musica come fattore di aggregazione. La musica infatti è un elemento che facilità la socialità e che riesce a distendere i rapporti conflittuali, soprattutto in ambienti con disagio sociale. Non è certamente casuale il successo delle scuole a indirizzo musicale nelle metropoli e nei quartieri disagiati. Proprio l’attività musicale, soprattutto corale e d’orchestra, contribuisce alla formazione del gruppo e alla creazione di reti sociali positive. Allo stesso modo lo studio di uno strumento musicale viene usato come percorso musicoterapico per i bimbi e i ragazzi disabili. Infatti gli stessi entrano così in un percorso relazionale positivo e soprattutto inclusivo.
3. Miglioramento dell’autocontrollo
Ascoltare musica e suonare sono metodi efficaci per ridurre l’ansia. Le vibrazioni musicali infatti aumentano la produzione di ossitocina, l’ormone responsabile della felicità e del rilassamento. Molti atleti ascoltano musica prima di una gara, trovando rilassamento e concentrazione. È opinione dei ricercatori che la musica sia più efficace degli ansiolitici, se ascoltata prima degli interventi chirurgici. La potenza della musica sta nella capacità di attirare l’attenzione, di stimolare le aree ritmiche del cervello e di produrre risposte motorie e riflessi. Nel caso dei bimbi disabili, è difficile catturare l’attenzione e farla mantenere per un lasso di tempo breve. La musica riesce in questo e risulta più motivante di altre metodologie didattiche. La musica e il cervello funzionano bene insieme e stimolando le aree ritmiche del cervello si possono stimolare le risposte motorie e i riflessi; ci sono anche i collegamenti nel cervello tra musica e linguaggio. (Kate Williams)
4. Incremento delle capacità motorie
Uno degli elementi caratterizzanti della persona è sicuramente la deambulazione. Il movimento è il biglietto da visita dell’essere umano perché mostra la connessione tra il cervello e gli arti. Per quanto concerne le difficoltà motorie infatti, esse possono influire anche sulla capacità di apprendimento. L’esercizio motorio influenza le capacità di astrazione e la comprensione dello spazio e rende difficile persino vivere determinate esperienze. La musicoterapia favorisce la conoscenza del sé, lo sviluppo dell’autonomia e dell’autostima per sopperire al deficit sociale. Per facilitare il movimento in soggetti sottoposti alla riabilitazione di un deficit fisico occorre saper giocare con variazioni d’intensità, altezza o ritmo. Per migliorare le condotte motorie, ancora, occorre che i professionisti del movimento imparino a padroneggiare i parametri del suono: altezza, volume, intensità e timbro, scale e intervalli. Specie se il loro obiettivo è modificare, nei pazienti, atteggiamenti motori connessi a patologie neurologiche o psichiatriche. (Kenneth Bruscia)