Assegno universale per i figli a carico – arriva il sì della Camera

il testo del Family Act deve passare al Senato in vista dell’approvazione definitiva in modo che sia operativo da gennaio 2021.

L’articolo 2 del Family Act “Delega al governo per l’Istituzione dell’assegno universale” prevede che: “ Il Governo, su proposta del Ministro con delega alla famiglia e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze è delegato ad adottare, entro il 30 novembre 2020, un decreto legislativo istitutivo dell’assegno universale recante il riordino delle misure di sostegno economico per le figlie e i figli a carico.”

 

Una riforma epocale

“L’assegno unico per le famiglie con figli è una riforma epocale. L’Italia sconta un ritardo storico nel riconoscimento del valore sociale civile ed economico delle famiglie. Se l’Europa è vecchia, l’Italia lo è molto di più essendo all’ultimo posto per natalità. Non solo quindi non nascono più figli ma pare non esservi più fiducia nel futuro”; queste le parole del capogruppo democratico alla Camera Graziano Delrio, primo firmatario della legge.

 

 

Che cos’è?

 

L’assegno universale è un contributo mensile e verrà corrisposto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del ventunesimo anno di età di ciascun figlio, ad eccezione della figlia o del figlio disabile per il quale non sussistono limiti di età, tramite una somma di denaro o mediante il riconoscimento di un credito d’imposta, da utilizzare in compensazione.

 

Come funziona?

L’assegnazione della somma sarà stabilita sulla base della condizione economica del nucleo familiare (ISEE) e tenendo conto dell’età dei figli a carico. L’erogazione dell’assegno decorre dal settimo mese di gravidanza, mentre per i maggiorenni a carico sarà dato «a determinate condizioni» e fino al compimento del ventunesimo anno di età, con possibilità di corresponsione dell’importo direttamente al figlio. Nel caso di figli successivi al primo, l’assegno subirà una maggiorazione del venti per cento, così anche nel caso di figlia o figlio disabile.

Francesco Martini