La raccolta, edita dalla NO EAP Eretica Edizioni ed opera prima dell’autrice, è nelle librerie dallo scorso Febbraio.
All’interno della collana Quaderni di Poesia, il volume conta 56 pagine attraversate da luci e ombre, che lasciano trasparire amore, dipendenza e paura dell’abbandono. “Le poesie raccontano il dramma identitario restituendo, al termine del viaggio, uno sguardo ottimista e benevolo su di un orizzonte che, sebbene ostacolato da un’angoscia paralizzante, trova vita nell’oltre di sperate meraviglie”.
Come sfuggire alla dittatura delle paure?
“Le poesie narrano un’eclissi e di come la depressione, ponendosi dinanzi alla bellezza, oscuri la mente e paralizzi l’azione; di come l’amore, assunte le sembianze di dipendenza, divenga nemico calato nei panni di sordi estranei ai quali, talvolta, cediamo il potere di definirci. Sopravvivere è liberarsi, delimitare i confini tra Sé e l’Altro per poter “muovere quel passo che scinde i corpi e lascia illesi i cuori”. Con queste parole Alessandra Stella descrive la sua prima silloge, “Non ci sono che ombre”.
Una luce potente proveniente dalla stessa oscurità
“È una raccolta che parla dell’amore e della dipendenza affettiva, della sofferenza da essa scaturita e della salvezza custodita gelosamente da timidi sentimenti. Ciò che mi auguro è di essere stata in grado di trattare il dolore con rispetto e delicatezza così da persuadere ad essere più gentili nei confronti di chi lotta contro mostri indefinibili, ad avere la cura di ascoltare, perché so quanto sia complesso, dall’esterno, imparare a comunicare coi mali dell’anima. Tuttavia, tra i versi crudi s’insinuerà una luce potente proveniente dalla stessa oscurità; una luce che vuole essere metafora della sublimazione e, squarciando i veli della malinconia, auspica di mostrare la bellezza che spesso si cela, non dietro, bensì all’interno dell’angoscia. Ho scelto di rendere la tristezza protagonista del mio lavoro affinché potesse cessare di rappresentare un nemico da sconfiggere assumendo, invece, i connotati di un buon concime grazie al quale fiorire”.
Le emozioni vissute all’ombra delle paure
La raccolta, edita dalla NO EAP Eretica Edizioni, è la prima pubblicazione dell’autrice e mette insieme le emozioni vissute negli ultimi due anni trascorsi, appunto, all’ombra delle sue paure. “La mia speranza è di riuscire a rendere il lettore partecipe di quei movimenti interiori che, in fondo, accomunano tutti noi. Desideravo descrivere il dolore da una prospettiva ingenua, infantile, nel senso che l’angoscia restituisce a chi la prova lo status di bambino: fragile ed impotente. Così come i bambini necessitano di cura e comprensione, mi piacerebbe tale accortezza si estendesse a chiunque viva momenti difficili, perché le complessità dell’anima ti aggrovigliano in montagne di domande e la solitudine, la maggior parte delle volte, non sa rendere tutte le risposte di cui avremmo bisogno. Accogliere la sofferenza dell’Altro è un’impresa ardua, ma non impossibile; non si tratta di curare, ma di ascoltare, restare accanto, contenere, proprio come farebbe – o dovrebbe fare – una madre con suo figlio. Bisogna educare all’empatia affinché, dinanzi all’altrui infelicità, si possa imparare a non aver paura, a non rigettarla o fuggirla. Il dolore non può essere stigmatizzato“.
Chi è Alessandra Stella
Nata a Bari il 12 Giugno 1996. Timida e riflessiva, così mi definiscono tutti e, di certo, non posso dargli torto. Mi imbarazza essere al centro dell’attenzione e tendo a scrutare l’altro a fondo prima di potermi aprire e instaurare un dialogo. Sono sempre stata fin troppo tranquilla. Ero la classica bambina che “non dà problemi”: brava e diligente. Fino agli ultimi anni del liceo. Dopodiché, caos. Ho dovuto confrontarmi con una parte di me che era rimasta in silenzio a lungo e che chiedeva a gran voce d’essere ascoltata. Una parte ferita, che ero incapace di riconoscere. Con l’università – sto per terminare gli studi in psicologia – sono emerse incertezze, ho lottato con la mia autostima vacillante, mi sono persa e ritrovata più volte, sgretolata e ricostruita. Nel vuoto e tra i silenzi, scrivere è stata una necessità, un modo per sfogare tutte le emozioni represse e le delusioni. Nel corso degli anni ho coltivato diversi interessi: canto, suono, dipingo e sono stata anche un’atleta di nuoto sincronizzato. L’arte in genere è sempre stata la mia via primaria d’espressione, ma se doveste cercarmi, mi trovereste nelle dimenticanze, nei lapsus e negli atti mancati.