Domenica 19 dicembre, alle ore 12, presso l’Auditorium Niemeyer.
Dopo il successo del monologo di Toni Servillo, sarà l’attore romano, napoletano di nascita, ad omaggiare il “Sommo Poeta” in una pièce in prima assoluta che accosterà alla lettura dei versi della Divina Commedia il respiro del sassofono di Stefano di Battista in un accoppiamento del tutto inedito con musiche di John Coltrane e di altri grandi esponenti della musica jazz. Assieme a Preziosi, che ritorna a Ravello dopo poco più di un anno dalla celebrazione del 140° anniversario della visita di Wagner, e a Di Battista, il contrabbasso di Daniele Sorrentino.
Dante è stata un’esperienza scolastica abbastanza approssimativa. – ha detto Preziosi nella conferenza stampa di presentazione – È difficile immaginare dei ragazzi giovani avvicinarsi alla Divina Commedia con la consapevolezza del valore di quell’opera. Le celebrazioni dei 700 anni dalla nascita di Dante hanno dato l’opportunità a molte persone come me di approfondire. Ho scoperto una forza incredibile legata al valore della parola, al suo valore etico, sociale, antropologico. Dante attribuisce ad ogni parola un significato molto profondo. Ne ho segnate tre: la carità, che in Dante ha un valore importantissimo che è l’amore, l’amore cristiano che non ha niente a che fare con la carne; la dignità che in Dante vuol dire giustizia quindi la capacità dell’uomo di essere all’altezza delle proprie responsabilità; la verità, che per noi è diventata una cosa molto vicina all’opinione, ma che per Dante è lume, è luce. Queste tre parole sono quelle attraverso le quali cercherò di sintetizzare il viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso assieme alla musica di quello che io considero il più grande sassofonista italiano, Stefano Di Battista e con il basso di Daniele Sorrentino. Sarà una bella sfida.
I biglietti sono in vendita su: www.ravellofestival.com e www.etes.it
Boxoffice: tel. 089 858422 – boxoffice@ravellofestival.com
È obbligatorio esibire il Green Pass o certificazione equipollente all’ingresso.
di Giovanna Pisapia