Bellissima mattina di legalità ad Angri (Sa), al teatro Santa Maria di Costantinopoli, insieme al Presidente Pietro Grasso.
Una grande storia la sua. Prima di entrare in politica e diventare presidente del Senato è stato un grande magistrato, protagonista del primo maxiprocesso alla mafia siciliana. Collaborò, sotto la direzione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a scrivere le 8000 pagine del processo. Questi magistrati lavorarono instancabilmente per raccogliere le prove e preparare gli atti processuali. Per la prima volta la mafia in Sicilia subiva 360 condanne, ivi inclusi capi mafia del calibro di Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Stamattina, con il Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, il prefetto Umberto Postiglione, già direttore dell’Agenzia Nazionale dei beni confiscati, abbiamo avuto l’onore di presentare con Pietro Grasso, ai ragazzi dell’Istituto “Galvani – Opromolla” di ANGRI, il suo libro “Paolo Borsellino parla ai ragazzi”, edito da Feltrinelli
L’ultimo giorno della sua vita, Paolo Borsellino si alzò alle 5 del mattino per rispondere ad una lettera degli studenti di un liceo di Padova che gli chiedevano della lotta alla mafia e del suo lavoro attraverso 9 domande cui riuscì a dare solo tre risposte, prima di scendere ed andare incontro alla nota strage di via D’Amelio che lo uccise insieme gli uomini della sua scorta meno di due mesi dopo la strage di Capaci che fece saltare in aria Giovanni Falcone.
30 anni dopo, il collega e amico Pietro Grasso ha deciso di riprendere e completare le risposte, per raccontare la storia di Falcone e Borsellino, di un gruppo di amici e colleghi che condividevano ideali e valori di legalità, senso del dovere e dello stato. Nel suo libro “Paolo Borsellino parla ai ragazzi” edito da Feltrinelli, Pietro Grasso racconta un pezzo importante della storia del nostro Paese.
Una mattinata emozionante, una lezione straordinaria, di quelle che lasciano il segno, per gli studenti di Angri e per i tanti che Pietro Grasso incontra ogni anno, perché Borsellino possa continuare a parlare ai giovani e perché non si spenga mai il coraggio e la voglia di giustizia di quanti hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia. Un plauso alla dirigente scolastica, prof.ssa Anna Scimone, che ha saputo coinvolgere tutti i suoi alunni, nessuno escluso, nella lettura del libro e nelle riflessioni connesse.
Francesco Picarone