Antonio Smiriglia torna con un nuovo brano pregno di pathos, accompagnato alla voce da Oriana Civile: “Donna gintili”.
In “Donna gintili”, Smiriglia immagina una lettera scritta da chi è partito per le Americhe, una dichiarazione d’amore scritta alla propria amata, la quale risponde con un accorato canto d’amore che cancelli la sofferenza per la lontananza: “Garofanu d’America vinitu / ‘nta la tistuzza mia fusti chiantatu / varda quanta pacienzia ch’aiu avuto / sira e mattina l’aju abbiviratu”.
«“Donna gintili” non vuole essere altro che una esaltazione della donna ritenuta cosa preziosa e intoccabile. Il brano nasce dal desiderio di riprendere il tema della serenata d’amore, inserendo anche il tema della “spartenza”, intesa come “distacco”, “lontananza”, che affligge e tormenta gli innamorati, nonostante il sentimento trionfi sempre sulla lontananza».
Oltre ad esaltare la figura della donna, “Donna gintili” vuole essere, inoltre, un omaggio al sommo poeta Dante Alighieri, nel settecentesimo anniversario dalla sua morte.
«Dante dedicò tutto se stesso all’amata; in particolar modo, si rinvengono tracce nel “Convivio” dove fa riferimento alla “Donna Gintili”, nella forma più ampia e onnicomprensiva».
Scritta dallo stesso Antonio Smiriglia, e arrangiata insieme a Fabio Sodano (anche al flauto di canna) e Tanino Lazzaro (anche fisarmonica), “Donna Gintili” vede la partecipazione anche dei musicisti Giuseppa Genziana D’Anna (violoncello) e Pino Garufi (contrabbasso), oltre alla voce della già citata Oriana Civile.