Nella serata del 09 Giugno 2023 la Galleria “Civico 23” di Via Parmenide a Salerno, ha presentato il nuovo numero della sua rivista “in scatola”.
Dalla cadenza semestrale (Giugno e Dicembre) e giunta alla 4ª pubblicazione potrebbe essere definita anche la 5ª se si desidera contare anche il n. 0 come ricordato da Angelo D’Amato, uno dei soci della galleria, durante la presentazione di questo numero.
Con questa quarta pubblicazione, la rivista può già vantare la partecipazione di più di 100 artisti sia italiani sia internazionali che con le loro opere hanno reso possibile la realizzazione della rivista stessa. Come ogni numero, sono state realizzate 60 copie (di cui 23 copie saranno date agli artisti partecipanti, altre a gallerie, musei, archivi e biblioteche, fondazioni ed associazioni artistiche e culturali e le restanti vendute) e sono stati chiamati ed invitati appositamente 23 artisti (come il nome della Galleria “Civica 23”). I nomi per questo straordinario quarto numero sono: Lucio Afeltra, Ivo Almilamaro, Sergio Angeli, Simone Arrighi, Gaetano Bevilaqua, Italo Carrarini, Elisa De Luca, Ettore Maria Garozzo, Federica Gonnelli, Emanuele Gregolin, Alicia Inglesias, Cristina Menni, Samantha Passaniti, Valentino Petrosini, Monica Pirone, Franco Positano, Antonella Prota Giurleo, Hio Rain, Antonio Rauci, Marco Rossi, Roberto Scala, Enrico Sette e Rosita Taurone.
Ogni opera ha un formato 21×21 cm e soprattutto è firmata e numerata dall’artista il quale ha assoluta libertà nella scelta della tecnica, del soggetto, del materiale ecc. e ciò gli consente di poter sbizzarrire la proprio creatività, la sua idea di arte senza vincoli. Le opere presentate sono di pregevole qualità ed ognuna diversa dall’altra: alcune presentano soggetti figurativi, altre presentano soggetti astratti, alcune paesaggi: le opere si mescolano in perfetto equilibrio e dialogo, veicolando ognuna il messaggio che l’artista vuole trasmettere in un intreccio di colori, linee, contrasti, chiaroscuro e tecniche.
Questa rivista “in scatola” è un respiro di novità nel panorama dell’arte contemporanea a Salerno: la “scatola” è un veicolo che si muove, si sposta e traghetta cultura, ma non è un’espediente del tutto nuovo nella storia dell’arte. Come raccontato dalla storica dell’arte Cristina Tafuri ci fu l’artista francese Christian Boltanski che realizzò 646 scatole di latta arrugginita che dovevano testimoniare il trascorrere del tempo che corrode gli oggetti: esse contengono più di 1200 referti fotografici ed 800 documenti dal suo studio prima di sgomberarlo, ma non possono tutt’ora essere aperte perché sigillate e devono essere consegnate all’oblio.
Poi ci fu Piero Manzoni che sigillò 90 barattoli identici a quelli della carne in scatola e vi applicò l’etichetta “Merda d’artista”, peso netto 30 g, conservata al naturale ed inscatolata nel Maggio 1961: voleva dimostrare che tutto poteva diventare opera d’arte se l’artista/l’opinione pubblica la definiva tale, tutto era mercificabile; anche in questo caso non si può conoscere il contenuto perché, se aperta, l’opera sarebbe privata del suo valore in quanto distrutta. In entrambi questi 2 casi la scatola/contenitore doveva rimanere sigillata e diventare il veicolo che ha trasportato l’opera d’arte, dalla carica dissacrante, attraverso il tempo e ne ha avvalorato la tesi.
Ma ci sono anche scatole che devono essere aperte e mostrare il loro contenuto, come nel nostro caso: è il loro contenuto il valore, è il contenuto che pregno delle idee dell’artista deve veicolare e mostrarsi in uno scambio reciproco al fruitore. Nel nostro caso la scatola è un contenitore di opere di artisti che non hanno nulla in comune se nonché l’arte è il loro comune sentire fatto di idee e mani che lavorano, sensazioni e fatiche nel darle corpo materiale e concreto.
Chiara Avallone