Autonomia differenziata: la Regione Campania delibera la richiesta di referendum abrogativo

Il Consiglio Regionale ha deliberato oggi, in seduta monotematica, la richiesta di referendum abrogativo della legge n. 86 del 26 giugno 2024, con cui il Parlamento ha approvato l’autonomia differenziata.

La Campania è la prima delle 5 Regioni a deliberare in tal senso. Dopo di noi seguiranno Sardegna, Puglia, Toscana ed Emilia Romagna. 

L’autonomia differenziata rischia di ampliare la già iniqua distribuzione delle risorse tra Nord e Sud del Paese. Le regioni del Nord che si sono apprestate a chiedere la delega di funzioni e materie potranno trattenere sui propri territori quei residui fiscali attivi che oggi invece vanno allo Stato, che finanzia servizi da erogare in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, come prevede la Costituzione.

Sanità, scuola, trasporto pubblico locale, previdenza integrativa, sono solo alcuni dei settori che registreranno i maggiori rischi di violazione territoriale dei diritti. La riforma del Titolo V della Costituzione, compiuta nel 2001 per arginare la secessione minacciata dalla Lega, fu una scelta improvvida del Parlamento, aggravata dal fatto che si votò con maggioranza non qualificata.

E con maggioranza semplice ancora una volta, si approva la legge 86 del 2024, pur avendo conseguenze rilevanti per tutto il territorio nazionale. La riforma approvata dalla maggioranza parlamentare di centrodestra non ha visto definiti i livelli essenziali delle prestazioni, né li ha finanziati.

Tuttavia si parte, senza garanzie e con scarse risorse sul fondo di perequazione. Gli effetti di questa legge non sono percepiti dai cittadini. I suoi danni, vale a dire l’irreparabile aggravamento di ritardi e divari di alcune aree del Paese, purtroppo si verificheranno solo tra qualche anno. E allora bisogna intervenire oggi, con l’arma del referendum: l’unica possibile, pur essendo in forse il raggiungimento del quorum previsto.

È una battaglia che dobbiamo fare con tutte le forze sane del paese, al di là delle bandiere di partito, chiamando alla mobilitazione anche rappresentanze di centro-destra, del Sud e anche del Nord, per difendere l’Unità d’Italia con un ritrovato spirito risorgimentale.

Francesco Picarone