Buonabitacolo, il paese in cui è bello vivere

Buonabitacolo è un piccolo comune che si estende su una superficie di circa 15 km², su un’altitudine di 501 metri sul livello del mare.

La nascita del Paese risale al Basso Medioevo, esattamente al 2 novembre del 1333, quando Guglielmo Sanseverino, Signore di Padula, Sanza e Policastro, con rogito notarile concesse ad alcuni abitanti di Casalnuovo (l’odierno Casalbuono) le zone del Fiume Peglio per la fondazione di un casale, ovvero di un primo nucleo abitato. Guglielmo impose il nome di Buonabitacolo, per la salubrità dell’aria e per la sua posizione geografica, distante dalle paludi che dilagavano nel Vallo di Diano.

Prima della visita del centro storico si consiglia di salire in macchina o a piedi sul Monte Carmelo, da dove si può godere una bella vista sul Vallo di Diano e osservare chiaramente lo sviluppo urbanistico del centro.

La parte più antica del paese, posta ad una quota più alta, si estende in senso longitudinale lungo le pendici del Monte Carmelo. Si può notare che le case più esterne sono disposte l’una accanto all’altra, così da formare una cortina difensiva; altra protezione era assicurata dal fiume Peglio, posto più a valle. Una strada, detta Salita dell’Arco, collega il Casale al sottostante Borgo.

Questo secondo nucleo si sviluppò grazie alla funzione aggregativa esercitata dalla Grancia, che venne edificata dai monaci nel 1645, quando Buonabitacolo fu venduto alla Certosa di Padula. Lungo la Salita dell’Arco sono ancora presenti due pilastri che sostenevano un cancello che veniva chiuso di notte a scopo di difesa. Sembra che in realtà la sua funzione fosse di non permettere agli abitanti del Borgo di accedere al Casale.

Nel corso del XVIII secolo il Paese assiste ad una crescita artistica, sia in campo civile che religioso. Ne sono testimonianza l’imponente mole del palazzo Picinni – Leopardi e le chiese di San Domenico, di Santa Maria degli Angeli, di San Gaetano e dell’Annunziata. Nel corso del XIX secolo si intensifica l’edilizia civile al di fuori dell’abitato antico. Il comune conserva ancora oggi l’antico assetto urbanistico e vi si possono osservare opere architettoniche risalenti al XIV e XV secolo.

L’antichità del borgo è testimoniata anche dalla Fontana di San Donato, in pietra e con il getto che fuoriesce da un mascherone in bassorilievo, sita nella parte bassa che comprende anche la Grancia dei Certosini di Padula e le chiese di S. Maria degli Angeli e di S. Maria di Costantinopoli.

Daniela Siano