Questa mattina ha avuto luogo la presentazione del rapporto della Camera di Commercio di Salerno
“Mercato del lavoro in Campania: le passate dinamiche, i presenti effetti della crisi, le future traiettorie di sviluppo”, realizzato da un gruppo di ricerca del Centro Studi “Guglielmo Tagliacarne”, con la collaborazione di Confindustria Salerno.
Il dossier analizza il mercato del lavoro campano stimando l’impatto del Covid-19 sul sistema produttivo e ipotizzando possibili strategie future, funzionali ad un contenimento della recessione economica determinata dalla pandemia.
Marco Pini del Centro Studi Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, ha illustrato e commentato lo studio. Sono intervenuti Andrea Prete, presidente CCIAA di Salerno, che ha commentato lo studio alla luce dello scenario economico attuale, e Antonio Ferraioli, presidente Confindustria Salerno, che ha presentato i risultati dell’Indagine “L’Industria campana e il Covid-19: l’impatto sulle performance di impresa e aspettative future”, svolta con il coinvolgimento diretto delle imprese.
Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Marchiello, assessore alle Attività produttive e lavoro della Regione Campania.
«Dalla rilevazione – ha dichiarato Antonio Ferraioli, Presidente di Confindustria Salerno – è emerso che, nonostante gli impatti più gravi della pandemia si siano verificati non nelle attività manifatturiere ma in settori ad alta intensità di relazioni personali come ad esempio il turismo, molte imprese hanno riscontrato più di una criticità. Contrazione della domanda e minori flussi di cassa per l’aumento dei prezzi delle forniture e delle materie prime – quest’ultimo diventato esponenziale nelle ultime settimane – hanno determinato per le imprese crisi di liquidità. Organizzare la ripresa complessiva del sistema economico e produttivo è pertanto quanto mai urgente, anche al fine di evitare che tali criticità possano protrarsi determinando tagli agli investimenti privati.
In linea con gli obiettivi strategici previsti dal PNRR andranno indirizzate risorse verso il sistema produttivo per promuovere investimenti rivolti ai temi della sostenibilità e della digitalizzazione, favorendo in tal modo un rilancio dell’occupazione, soprattutto di quella giovanile e femminile che presentano situazioni di maggiore disagio, anche nel confronto con gli altri Paesi Europei. Inoltre, sarà essenziale il rapporto scuola-mondo dell’impresa per risolvere il mismatch che, tanto spesso, si crea tra domanda e offerta di lavoro. Indispensabili saranno le riforme e le semplificazioni degli adempimenti burocratici, volte a consentire un realizzo degli investimenti in tempi rapidi».
«Abbiamo fortemente voluto questa indagine – ha commentato Andrea Prete, Presidente della Camera di Commercio di Salerno – perché riteniamo che, ad un anno dall’inizio della pandemia, sia necessario avere una fotografia chiara e precisa dell’impatto che ha avuto sul sistema economico e produttivo campano. L’auspicio è che questo studio possa contribuire a prefigurare nuove prospettive per il “dopo”, che tengano conto dei giovani che, insieme alle donne, hanno pagato il prezzo più alto della crisi. I dati emersi dal Rapporto una strada la tracciano. Per favorire la ripresa occupazionale in relazione a specifiche potenzialità del territorio campano, occorre investire su cultura e blue economy, un innovativo modello di sviluppo economico basato su durabilità, rinnovabilità e riutilizzo, che punta a rivoluzionare le nostre attività produttive e ad azzerare le emissioni inquinanti».
«Negli ultimi cinque anni il tasso di occupazione in Campania ha risalito la china recuperando in media circa un terzo del terreno perso dopo la forte caduta nel periodo di recessione nazionale 2008-09 e 2012-13». Lo ha sottolineato Marco Pini, economista del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, che ha aggiunto, «considerando il persistere della crisi da Covid-19, la resilienza e ripresa occupazionale verso il pieno recupero passa dalla duplice Transizione ecologica e digitale: le imprese campane che hanno la più elevata probabilità di vedere nel 2021 l’occupazione stazionaria o in crescita sono proprio quelle che hanno investito sia in Industry 4.0 che nella green economy».
«L’analisi costante degli effetti della pandemia sul sistema produttivo Campano – ha concluso Antonio Marchiello, Assessore al Lavoro e alle Attività Produttive della Regione Campania – ci aiuta nel lavoro di costruzione delle strategie più efficaci per un rilancio dell’economia regionale, nella riproduzione delle condizioni indispensabili per affrontare la sfida ed agganciare la ripresa che tutti auspichiamo coinvolga l’intero Paese.
L’elaborazione delle strategie passa soprattutto attraverso la ricerca degli strumenti più adeguati per la ripresa produttiva e l’individuazione dei settori considerati trainanti, tra cui quelli della green economy e più in generale dell’innovazione dei sistemi produttivi per intercettare le richieste del mercato e la domanda di qualità.
Da mesi siamo impegnati nel perfezionamento degli strumenti già elaborati come la Zes e le Aree di crisi industriale complessa, che rappresentano già una realtà, ed in una infaticabile attività tesa a portare a conoscenza del mondo dell’impresa le nuove opportunità.
Auspichiamo a tal fine che la definizione dei percorsi attuativi degli interventi previsti dal piano di investimenti del recovery plan coinvolga concretamente le Regioni. La ricostruzione di un mercato del lavoro nuovo, che dia sempre maggiori risposte alle istanze di lavoro nei nostri territori, rimane quindi una priorità nei programmi della Regione Campania, nella consapevolezza che le criticità che caratterizzano in questa fase storica l’occupazione si superano attraverso il miglioramento progressivo della competitività produttiva e la creazione di lavoro vero».