Con la disgregazione dello spazio sociale siamo finalmente entrati nel mondo della libertà?
L’epoca dell’Io Globale vede il superamento del tradizionale spazio sociale e produce un mondo dove tutto è provvisorio, dove l’identità individuale è sempre più incerta e l’insicurezza emerge ogni spazio della quotidianità. L’ambivalenza della condizione in cui ci troviamo a vivere le nostre esperienze emerge in particolare se guardiamo al tema delle relazioni interpersonali.
Quando gli altri sono vissuti solo come ostacolo alla mobilità personale e alla ricerca di sensazioni sempre nuove, allora la dimensione stessa della socialità rischia di essere preclusa o almeno di essere pesantemente condizionata. Infatti, in un mondo dove l’unico dovere morale è quello della scelta individuale, si perde qualunque criterio di valutazione e ogni scelta diventa uguale all’altra, perché gli altri diventano solo strumenti della nostra scelta. Non si è responsabili di niente e di nessuno se non della propria libertà di scelta. Quindi le nostre relazioni diventano insicure e instabili, condannate a rimanere effimere e segnate da un freddo cinismo caratteristico dell’uomo moderno.
L’Io globale vorrebbe parlare con tutti, ma fatica ad ascoltare chi gli è vicino, rischiando di non riuscire più a comunicare con nessuno (Chiara Giaccardi e Mauro Magatti – 2003). Ecco perché ci sentiamo cittadini del mondo, ma anche individui più isolati.
Daniela Siano