Il Carditello Festival chiude con il sould out di Sal Da Vinci

Ennesimo successo per la quinta edizione della rassegna musicale ideata per celebrare l’identità storica e artistica della Campania Felix.

Un’atmosfera decisamente festosa chiude l’edizione 2024 del Carditello Festival: cinque concerti live e due opere fuori programma che hanno integrato l’offerta culturale ed enogastronomica del Real Sito di Carditello (San Tammaro, Caserta).

Con il suo “Universal” Sal Da Vinci ha offerto al pubblico un concerto-spettacolo che ha trasportato i presenti in un vero e proprio viaggio emotivo attraverso la combinazione di canzoni, aneddoti di vita privata e una visione profonda dell’amore in tutte le sue sfaccettature. Con un abile mix di performance musicali, momenti di recitazione e danza, l’artista – tra i più amati di tutte le età – ha esplorato il tema dell’amore universale in un dialogo intimo ma allo stesso tempo leggero e coinvolgente.

In scaletta i suoi più grandi successi, compreso un medley dell’amatissimo musical C’era una volta scugnizzi. Non è ovviamente mancato l’ultimo singolo Rossetto e caffè che in poco tempo ha scalato le classifiche totalizzando numeri da capogiro negli streaming. L’esibizione di Sal Da Vinci è stata arricchita dall’orchestra dal vivo diretta dal maestro Adriano Pennino e da un gruppo di danzatori che con grazia e bellezza hanno esaltato il viaggio musicale della serata.

Il successo di Sal Da Vinci e del Carditello Festival testimonia non solo della grande passione per la musica italiana, ma anche della resilienza e dell’inclusione sociale promosse dal Real Sito borbonico, come ha ricordato nei saluti Maurizio Maddaloni, presidente della Fondazione Real Sito di Carditello.

Il programma del Festival, curato dal direttore artistico Antonello De Nicola, da luglio a settembre ha celebrato le melodie italiane più amate di sempre. I ripetuti sold out registrati dal Carditello Festival sono l’ennesima testimonianza della buona riuscita del progetto di recupero e promozione del complesso monumentale borbonico, in passato deturpato da anni di incuria e abbandono, oggi modello di riscatto e di inclusione sociale per l’intero territorio.