In Nepal una tradizione antica di tre secoli vuole che nel corpo di alcune bambine prescelte si incarni lo spirito di una potente divinità: Taleju Bhawani.
Queste ragazzine vengono chiamate Kumari, parola che in nepalese significa vergine, ad indicare la purezza della Dea. Le future dee vengono selezionate da piccole, abitualmente quando hanno tre o quattro anni, tra le bambine della casta familiare della stirpe Newar Shakya presso la valle di Kathmandu, la stessa a cui apparteneva il Buddha.
L’eletta deve possedere le “32 perfezioni”, tra le quali occhi neri, pelle chiara e profumata, denti regolari, lingua piccola e una bella…ombra. Ma soprattutto non deve avere ferite né perdere sangue in alcun modo, e perderà il suo status divino quando avrà le prime mestruazioni o, ancora prima, nel caso dovesse ferirsi. Non le è neppure permesso di piangere, di mostrarsi disinteressata o irrequieta.
La Kumari più importante risiede a Kathmandu, e proprio nella piazza principale della capitale nepalese c’è il palazzo dalle finestre intarsiate di legno dove vive. Una volta eletta la dea bambina subisce infatti l’isolamento dalla vita quotidiana e trascorre la propria infanzia in un palazzo, lontano dalla famiglia, circondata solo da servitori messi a disposizione dal Re, rimanendo ignorante perché non è mai andata a scuola in quanto considerata onnisciente.
Ha la possibilità di uscire soltanto tredici volte all’anno in occasione delle feste principali. Ed anche in queste occasioni non può camminare da sola, per non farsi contaminare dalla terra ma viene portata in braccio dai suoi attendenti fino ad un imponente carro sul quale percorre le vie di Kathmandu tra folle di devoti. Terminata la divina reclusione e smessi i panni della dea, la bambina torna a casa dalla sua famiglia ma un’altra è subito pronta a prendere il suo posto.
La vecchia Kumari riceve una pensione dallo stato di 6000 rupie al mese (circa $80 – €80) che corrisponde a quattro volte un reddito medio nepalese. Anche se fanno parte del mondo ordinario le ex dee hanno problemi a lasciarsi alle spalle l’aria mistica che viene associata alla loro precedente esistenza di Kumari.
Daniela Siano