La “cantattrice” toscana Alessia Arena vince il Premio Speciale Off al Roma Fringe Festival raccontando la terza età

Premiato lo spettacolo Io sono Chi, ritratto caleidoscopico del rapporto tra identità e corpo nella terza età.

La giuria del Roma Fringe Festival 2020 presieduta da Manuela Kustermann e composta da Raffaella Azim, Ferruccio Marotti, Italo Moscati, Valentino Orfeo, Pierpaolo Sepe, Ulderico Pesce, Pasquale Pesce ha assegnato alla “cantattrice” toscana Alessia Arena il premio Speciale Off per lo spettacolo “Io sono Chi” diretto da Matteo Marsan e prodotto da Associazione Giotto in Musica con Associazione culturale V&C. 

Già vincitore del Premio “Medaglia Spiga d’Argento” 2017 per il rilevante valore socio-culturale del progetto, accolto anche da Fondazione Toscana Spettacolo, “Io sono Chi”, si aggiudica un altro bel riconoscimento, il premio Speciale Off all’ottava edizione del rinomato festival, importante vetrina artistica del miglior teatro indipendente italiano.

Il progetto si è avvalso della collaborazione artistica di Daniela Morozzi e di Valerio Nardoni, coautore del testo insieme ad Alessia Arena, ed è stato frutto di una lunga gestazione. La ricerca di Alessia Arena è partita infatti da una residenza all’interno di alcuni centri assistenziali per anziani, le RSA nella Val di Pesa e Chianti: le immagini della cantante e attrice, ricucite sul palco con parole e musica per voce sola, muovono dall’idea che quando qualcuno mette piede in una casa di riposo si spoglia del proprio ambiente, rimanendo con un solo e unico elemento identificativo, il corpo.

”Io sono Chi” – dichiara Alessia Arena – è uno spettacolo che attraversa la terza età, e lo fa partendo da un’indagine all’interno delle residenze per anziani. Non dimentichiamo che gli Over 65 rappresentano un quarto della popolazione in Italia. Ringrazio la giuria del Roma Fringe Festival per questo premio Speciale Off, perché progetti come questo hanno una lunga gestazione, sono difficili da realizzare, e hanno bisogno di spinte, di incoraggiamento, per trovare un loro spazio. “Off” è qualcosa che ha un peso, che non si può e non si deve ignorare, e ancor più nella nostra società. E se fatica a diventare “On”, merita quantomeno di avere una sua luce. Le tematiche “Off” sono vicine alla mia sensibilità: dopo il mio spettacolo sulla vita di Alda Merini all’interno del manicomio e questo lavoro sulla terza età, il mio prossimo progetto sarà sui senza fissa dimora.