Si celebra oggi, 16 Novembre, la Giornata internazionale della Tolleranza. Un’osservanza annuale dichiarata dall’UNESCO nel 1995 per ricordare i principi ispiratori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Obiettivo principale la promozione della tolleranza e della non violenza.
“Tollerare” deriva dal latino “tolerare”, letteralmente “sopportare”, ossia resistere pazientemente a cose, persone o situazioni spiacevoli. Accettare civilmente, con spirito di sopportazione, potremmo sintetizzare. Nella parola tolleranza sembra così essere implicito un processo di esclusione a priori, una negazione del confronto, un assopimento delle coscienze nell’accettazione passiva delle differenze che per un motivo o per un altro ci disturbano. Nell’atto del tollerare chi è “altro da noi” ci alleniamo a restare indifferenti ma è proprio con questo atteggiamento che viene meno l’integrazione.
Se è vero infatti che la diversità è un valore, essa non va tollerata, va celebrata! Assegniamo dunque alla tolleranza il significato più ampio di apertura al dialogo, alla reciprocità, di armonia e riconoscimento delle differenze reciproche. Perché l’inclusione è un atteggiamento emotivo che si compie attraverso la cooperazione di identità.
Daniela Siano