Sanguigno e appassionato, nel calcio e nella vita. Questo il ritratto di Massimiliano Esposito, ex calciatore di successo e ora allenatore in ascesa.
Massimiliano Esposito, nato a Napoli il 27 Maggio 1972, napoletano verace di Materdei; ex calciatore di serie A, ha militato in tante squadre: Napoli, Lazio, Chievo, Brescia, Perugia, Venezia, Ternana, Reggiana, per citare le più importanti. Attualmente svolge il ruolo di allenatore.
Ciao Massimiliano e benvenuto nel nostro spazio. Grazie per aver accettato la nostra intervista.
Salve a tutti è un piacere essere qui con voi, vi ringrazio per l’attenzione dedicatami.
Parlaci di te. Che cosa fai oggi?
Attualmente svolgo il ruolo di allenatore. Dopo qualche anno in Federazione come allenatore della Nazionale italiana di beach soccer, ho deciso di fare un’esperienza nei settori giovanili. Sono partito da un settore giovanile dilettantistico vicino casa, poi dall’anno scorso sono passato al calcio Padova, dove ho anche avuto una parentesi negli ultimi due mesi come vice-allenatore della la prima squadra, in serie B. Vivo a Padova con la mia famiglia: moglie e tre figli.
Qual è stato l’apice della tua esperienza professionale da calciatore?
La mia esperienza calcistica più importante, dove ho toccato (diciamo così) l’apice della mia carriera, è stata sicuramente a Brescia. Lì ho avuto la fortuna di giocare con calciatori importanti come Roberto Baggio, Andrea Pirlo, Pep Guardiola, Luca Toni e tanti altri; questo per quanto riguarda la serie A. Subito dopo ho fatto qualche esperienza in serie B e devo dire che quando sono passato dal Chievo alla Ternana, ho ripreso un certo percorso personale e sportivo che mi ha dato grandi soddisfazioni.
Che rapporto avevi con la fama e il successo quando eri un giovane calciatore?
Sono sempre stato un ragazzo e di conseguenza un calciatore molto semplice, con con i piedi per terra. Non ho mai dimenticato da dove venivo, per questo devo ringraziare i miei genitori che mi hanno trasmesso i valori veramente importanti; quindi diciamo che ho vissuto la fama e il successo con spensieratezza e con semplicità. Devo dire che questo ancora oggi viene viene apprezzato. Ho potuto constatare che da tanta gente che mi segue sui social (sia su Facebook che su Instagram), questa è la prima cosa che che viene messa in risalto.
Che cosa ti ha lasciato l’esperienza da calciatore?
L’esperienza da calciatore ti lascia sicuramente tanto. Fatta a certi livelli ti dà la possibilità di girare tanto, di conoscere tante persone, tante realtà e quindi di di accrescere il tuo bagaglio personale: calcistico, ma soprattutto umano. Ti porta valori che secondo me solo lo sport ti può insegnare e questo è proprio ciò che che mi porto dietro sempre e che cerco di trasmettere poi anche ai ragazzi che alleno.
Qual è il calciatore che hai ammirato di più? E perché?
Il calciatore che ammiravo e che ammiro di più è Roberto Baggio. Lo ammiravo sin da ragazzino, poi ho avuto la fortuna di giocarci anche assieme nel Brescia; a maggior ragione sono stato contento di quella scelta, perché si è dimostrato oltre che un grandissimo campione anche una grandissima persona, con caratteristiche umane simili alle mie. Un ragazzo molto semplice e con i piedi per terra pur essendo un campione; secondo me il giocatore italiano più forte di tutti i tempi.
Come stai vivendo la nuova esperienza da allenatore?
L’esperienza da allenatore è molto interessante e attualmente sono in una fase di crescita. I primi anni da allenatore li ho vissuti in una disciplina non calcistica come il beach soccer, uno sport completamente diverso e che in un certo senso mi ha fatto perdere un po’ di tempo in quello che è il cammino di crescita. Per quanto riguarda l’esperienza da allenatore di calcio, comunque mi è servita. In questo momento sto vivendo una una bella parentesi nei settori giovanili, un’esperienza che ritengo molto importante.
Pensi che essere stato un calciatore professionista sia necessario per allenare?
Io credo che si possa essere allenatore anche senza aver fatto il calciatore professionista. Però secondo me un professionista è avvantaggiato perché, oltre a quello che si studia sul campo, sui libri o nei webinar, un calciatore l’ha vissuto in prima persona; mi riferisco sia a quello che può succedere in campo e a tutto quello che che riguarda lo spogliatoio.
Che tipo di rapporto aspiri ad avere con i calciatori: di amicizia, autoritario, di fiducia e rispetto?
Il rapporto che ho e che porterò avanti con i calciatori è sicuramente un mix di tutto quello che hai chiesto. Penso che un allenatore deve essere un amico e nello stesso tempo autoritario, deve dare fiducia e rispetto ai giocatori e questi devono essere contraccambiati. Secondo me se non c’è tutto questo, diventa difficile creare un gruppo omogeneo e unito. Senza questi presupposti i risultati non arrivano.
Nel calcio di oggi esistono ancora dei sani valori? E quali sono?
Credo che nel calcio come in qualsiasi altro sport ci sono dei valori da cui non non si può prescindere; c’erano, ci sono e ci saranno sempre. C’è senso di appartenenza, di aggregazione, rispetto per i compagni e per l’allenatore. Ci sono sono veramente tanti valori che vengono trasmessi.
Quali sono i valori che vorresti trasmettere ai tuoi calciatori?
I valori che vorrei trasmettere ai miei calciatori sono sono quelli che ho elencato prima e cioè i principi che mi porto dietro: il senso di appartenenza nei confronti della della società per cui si gioca, l’amicizia, la fiducia e il rispetto reciproco. Secondo me sono questi i punti cardine a cui un allenatore deve puntare e sicuramente io cerco di trasmetterli ai miei calciatori.
Qual è l’allenatore che ammiri di più? E perché?
L’allenatore che ammiravo e ammiro tantissimo è Pep Guardiola; è prima di tutto un amico e ho avuto la fortuna di giocare insieme a lui ai tempi del Brescia. Ha dimostrato di essere un grandissimo allenatore, un tecnico all’avanguardia. Ha cambiato il calcio in maniera incredibile, dandogli una svolta importante con con quello che ha portato, in termini di gioco e di mentalità, nelle varie società in cui è stato, vedi il Barcellona e non ultimo il Manchester City.
Massimiliano, è stato un piacere averti con noi. Ti congediamo con un caloroso ringraziamento e con l’augurio di vederti presto sulla panchina di una squadra di serie A.
Grazie a voi, è stato un immenso piacere.
Francesco Martini