La fine dell’uomo, e con egli tutto ciò che innocentemente gli è attorno. La causa? L’uomo stesso.
IL PROGRESSO DELLE INVENZIONI UMANE
Differentemente dagli animali, l’essere umano è dotato di ragione. Sfruttandola, è riuscito a creare meccanismi per vivere meglio. Le prime invenzioni risalgono già all’era primitiva, quando l’uomo è riuscito a comprendere come accendere il fuoco per riscaldarsi e per cuocere le carni crude, o anche l’arco e lance con punta di pietra da scagliare contro gli animali. Col passare dei secoli l’uomo ha cominciato a mettere assieme le sue conoscenze. Semplici frecce diventarono vere e proprie armi biologiche. Gli arcieri sciiti contaminarono frecce e punte con agenti biologici, immergendo i dardi in un miscuglio mortale di sangue e letame o nei corpi dei cadaveri putrefatti. Miscuglio che probabilmente conteneva anche il batterio del tetano oltre a dosi abbondanti di veleno di serpenti. Altra usanza era quella di contaminare sorgenti, corsi d’acqua e pozzi. L’obiettivo di rendere inutilizzabili le risorse idriche era ambito già dalle popolazioni primitive ma è documentato con certezza solo in epoca storica. Gli Assiri, ad esempio, erano soliti avvelenare i pozzi dei nemici con segale cornuta.
LA NASCITA DELLA GUERRA BIOLOGICA
È importante distinguere questi eventi da quelli che rientrano nel concetto di guerra biologica propriamente detta la cui nascita coincide con l’affermazione della microbiologia come scienza e risale alla seconda metà dell’800 con la scoperta di numerosi agenti responsabili delle malattie infettive. Louis Pasteur e Robert Koch riuscirono nel 1878 a identificare e isolare gli agenti che causano l’Antrace, la Rabbia, la Tubercolosi e il Colera dando la possibilità di controllarne la diffusione. Proprio a causa del progresso vertiginoso in ambito biomedico e la fiducia nella scienza moderna che durante il periodo dei due conflitti mondiali e nel dopoguerra presero vita a dei veri e propri programmi nazionali di guerra biologica per ottenere un vantaggio tattico sui campi di battaglia. Nei primi anni della Grande Guerra l’impero Austro-Ungarico costituisce il centro di riferimento per la maggior parte dei microbiologi di tutto il mondo e fu il primo a sperimentare tattiche di sabotaggio biologico contro le nazioni neutrali che fornivano supporto ai belligeranti che soffrivano fortemente di carestie a causa dei vari blocchi commerciali, da qui l’idea di infettare le greggi e gli animali da soma destinati all’esportazione con alcuni batteri come quelli che causano l’Antrace, trasmissibili anche all’uomo e molto letali in era pre-antibiotica. Notando la potenza degli agenti biologici l’uomo ha cominciato a sfruttare al massimo le sue capacità, dimenticandosi i limiti della natura.
100 SECONDI DALLA MEZZANOTTE
Il Doomsday Clock, l’orologio del giudizio universale, è un dispositivo predisposto annualmente dal Bulletin of the Atomic Scientists che avverte il pubblico di quanto siamo vicini a una catastrofe globale provocata dagli esseri umani: è stato nuovamente fissato a solo 100 secondi dalla mezzanotte. Le relazioni mondiali rimangono molto tese. Cina, Stati Uniti e Russia portano avanti la modernizzazione e l’espansione del loro arsenale nucleare, mentre la Corea del Nord continua a testare i suoi missili balistici e l’accordo nucleare con l’Iran è attualmente in stallo. Il COVID-19 ha evidenziato chiaramente i fallimenti del sistema sanitario internazionale, ma non ha fermato la proliferazione di ricerche per nuovi armamenti biologici. I paesi più sviluppati, economicamente, non rispettano i propri accordi di assistenza economica e tecnologica dei paesi meno sviluppati, e le promesse internazionali di contrastare la crisi climatica non sono sufficienti per frenare l’aumento della temperatura globale. L’orologio del giudizio universale può diventare uno stimolo per invertire la rotta, impegnando i governi delle principali potenze ad avviare un percorso di disarmo e adottare politiche più incisive di contrasto del cambiamento climatico e della crescita delle diseguaglianze globali. Al di là della pandemia, la preoccupante carenza di biosicurezza e di bio-protezione ha reso evidente che la comunità internazionale deve concentrarsi con seria attenzione sulla gestione della ricerca biologica globale. Inoltre, la creazione di programmi di ricerca di armi biologiche in molte nazioni segna l’inizio di una nuova corsa agli armamenti biologici. Dato questo misto contesto di minaccia i membri del Board trovano che il mondo non sia più sicuro di quanto lo fosse l’anno scorso e quindi hanno deciso di mantenere l’orologio del giorno del giudizio a 100 secondi da mezzanotte. Questa decisione non suggerisce, in alcun modo, che la situazione della sicurezza internazionale sia stabilizzata.
Al contrario, il mondo rimane bloccato in un momento estremamente pericoloso. “Nel 2019 abbiamo chiamato tale situazione la nuova anormalità e la condizione purtroppo persiste.” I leader di tutto il mondo devono impegnarsi immediatamente per una rinnovata collaborazione in tutti i vari modi e luoghi disponibili per ridurre il rischio esistenziale. I cittadini del mondo possono e devono organizzarsi per esigere che i loro leader lo facciano e rapidamente. “La soglia del destino non è un posto dove bighellonare”. Senza un’azione rapida e mirata diventano più probabili, eventi davvero catastrofici, eventi che potrebbero porre termine alla civiltà come la conosciamo. “Quando l’orologio si ferma a 100 secondi da mezzanotte, siamo tutti minacciati. Il momento è sia pericoloso che insostenibile, e il momento di agire è adesso”. Non tutti sono consapevoli del pericolo, molti sono all’oscuro. Girovagando per le strade di Napoli i pensieri sulla fine del mondo sono vari.
IL PENSIERO DEI GIOVANI
Alla domanda ‘’Pensi che il mondo finirà? Se sì, come?’’ i giovani hanno risposto diversamente.
‘’Io penso che sicuramente il mondo finirà e non manca nemmeno tanto alla fine, già ci sono chiari segnali del fatto che la natura inizia a prendere il sopravvento dopo decenni di azioni nocive dell’uomo, inoltre viviamo in un universo che non conosciamo per niente; quindi, penso che da un momento all’altro potremmo essere vittima di qualche mutamento della nostra galassia’’ –Roberta De Simone, 18 anni
‘’ovviamente finirà, così come al principio un’esplosione improvvisa ha creato tutto, ci sono molte probabilità che una stessa esplosione possa porne la fine. Anche perché non sappiamo se prima del nostro universo ce ne sia stato un altro andato distrutto per donare a noi la vita. Come non saprei sinceramente, sono troppe le possibilità e noi ne sappiamo fin troppo. Spero solo non accada presto!’’ -Francesca Di Vicino, 19 anni
Nonostante la consapevolezza, molti rimangono ottimisti, ritenendo la fine del mondo un qualcosa di improbabile:
‘’non lo ritengo plausibile per svariati motivi. Oltre ai vari video che ho avuto l’occasione di vedere, ma non so se si tratti di fonti affidabili, all’inizio del nostro percorso PCTO venne chiesta la stessa cosa ad un ospite abbastanza rinomato nell’ambito scientifico. Egli rispose che trovava la cosa alquanto improbabile e diede una serie di argomentazione a supporto di ciò’’. –Giorgio Zamparelli, 18 anni
L’USO CORRETTO DELLE NOSTRE CAPACITÀ
Nonostante i pareri discordanti i dati scientifici affermano che se non ci diamo una mossa, il mondo presto finirà. La curiosità che ha portato l’uomo ad essere quello che è oggi deve essere limitata. Come afferma Giacomo Leopardi nella ginestra, gli uomini devono unirsi in social catena per combattere contro lo stesso nemico, che in questo caso risulta essere l’uomo stesso. Quindi l’uomo deve prendere coscienza del proprio agire e cominciare a preoccuparsi del futuro. L’invenzione di armi biologiche rappresenta quanto la mente umana sia capace. Se siamo in grado di creare utilizzando batteri, strumenti invisibili all’occhio umano, siamo sicuramente anche capaci di creare ciò che ci salverà.
Fabio Pascarella