Al giorno d’oggi a causa del consumismo, l’uomo non è più in grado di attribuire il valore agli oggetti perché tende a dar loro significato
in modo eccessivo sfociando poi nel materialismo. In una società come la nostra ormai il consumo ha assunto giorno dopo giorno un ruolo sempre più importante, l’uomo purtroppo non è in grado di gestirlo senza provocare conseguenze negative che riguardano principalmente l’aspetto economico. Usiamo troppe risorse e consumiamo eccessivamente: plastica, monouso, cibo, auto. Questo modo di consumare causa cambiamenti climatici e inquinamento.
CONSUMISMO E MATERIALISMO
Il consumismo è un principio basato sull’acquisto di beni materiali non essenziali al solo scopo di un piacere individuale rendendo, però, l’uomo schiavo di questo acquisto e soprattutto dipendenza dai beni futili. Questo fenomeno si basa sul materialismo, il quale prevede che l’uomo ricerchi solamente il piacere nei beni materiali. C’è quindi un attaccamento. L’uomo pertanto crea questo rapporto ossessivo con i materiali non essenziali. I prodotti offerti sul mercato vengono continuamente pubblicizzati al solo scopo di spingere l’uomo ad acquistare sempre più merce che va oltre le sue esigenze primarie, arrivando a trovare felicità e soddisfazione che le persone non trovano in altri modi. Ciò ha comportato alla nascita di una civiltà incapace di andare oltre i propri desideri e problemi a livello ambientale, economico e politico.
LE ORIGINI
La società basata sul consumo nacque alla fine del 17° secolo. La rivoluzione industriale aumentò la disponibilità dei beni di consumo. Grazie alla nascita del grande magazzino, ovvero un negozio che dava la possibilità di acquistare merce, le persone compravano quantità eccessive di prodotti tutti in unico posto. Per la prima volta ogni articolo era disponibile in grande quantità e con prezzi bassi. Ciò che spinse il consumismo fu il sistema di produzione di massa illustrato da Henry Ford con la creazione della catena di montaggio. Insieme a quest’ultima si aggiunse la teoria di Taylor che portò l’organizzazione della catena di montaggio in altri settori: scatenò una vasta produttività e una riduzione dei costi delle merci. Questa prosperità era dovuta all’espansione della domanda dei beni. Per cui i cittadini erano indotti ad acquistare sempre di più per via delle pubblicità. Anche il materialismo nacque nel 17° secolo. La prima dottrina fu elaborata dai filosofi Democrito ed Epicuro, la quale prevedeva che all’origine di tutte le cose c’era la materia. Le tesi materialistiche inoltre riemergono con il Rinascimento. Infatti Galilei concepirà la natura come un ordine retto da rapporti meccanicisti di causa-effetto.
LE CAUSE
Esistono varie cause che incoraggiano il consumismo e materialismo:
- Campagne pubblicitarie e acquisto di servizi provocano una sorta di ossessione per essi;
- Sistemi politici che non promuovono un consumo responsabile e consapevole;
- Produzione di merce di bassa qualità e breve durata;
- Pochi incentivi sul riutilizzo dei prodotti.
Inoltre gli aspetti negativi riguardano l’aspetto economico e psicologico. Se da un lato il consumismo sostiene la produzione, dall’altro può deprimere i ceti meno abbienti in momenti di crisi. Per di più causano un progressivo inquinamento, andando a creare centinaia di rifiuti non degradabili. Mentre sull’aspetto psicologico si può arrivare ad avere il benessere solo nell’acquisto e consumo di beni, sviluppando una sorta di ossessione. Un esempio può essere l’inclinazione allo shopping.
COSA FARE PER RIDURRE IL CONSUMISMO
- Come primo punto si dovrebbe limitare l’uso dell’automobile. Sono simbolo della società dei consumi. Le auto distruggono le risorse naturali necessarie per la sua produzione. Come soluzione si possono usare le biciclette, il treno o un auto elettrica. Un altro mezzo di trasporto molto inquinante è l’aereo.
- Mangiare poca carne ed evitare prodotti confezionati. Questi ultimi presentano imballaggi e plastica, piuttosto si possono comprare prodotti con contenitori più ecologici (carta e cartone).
- Utilizzare prodotti locali. Quando si compra un alimento in un luogo lontano, si consuma il petrolio necessario al suo trasporto nei vari paesi. Al contrario, utilizzare prodotti locali eviterà ciò.
Sfortunatamente la nostra società implica un necessario consumismo perché senza di esso il sistema non potrebbe funzionare cadendo perciò nel fallimento. Ciò comporterebbe ad una crisi economica: se non si consuma non si produce, e se non si produce il sistema economico ha un decollo. In aggiunta provocherebbe lo squilibrio ecologico e dei conseguenti danni ambientali dovuti all’eccessivo consumo di risorse naturali e inquinamento causato dai beni usa e getta. Quest’ultimo sfocerebbe poi in un cambiamento climatico. Insomma è meglio evitare!
Fabiola Percuoco