“OPEN ONLUS” FESTEGGIA 15 ANNI DI ATTIVITÀ

L’associazione salernitana Oncologia Pediatrica E Neuroblastoma è nata nel 2003 per volere di genitori di bambini e adolescenti malati di cancro e di medici impegnati a combattere contro queste patologie. 

In questo arco di tempo l’associazione ha sostenuto numerosi progetti di ricerca scientifica, finanziato l’unica Biobanca al sud Italia, collaborato con il Gaslini di Genova, contribuito alla restaurazione del reparto di Oncologia dell’Ospedale Pausilipon di Napoli e stimolato la nascita della radioterapia pediatrica presso l’AOU di Salerno.

Tante le attività già in essere come quella denominata “Un uovo per la ricerca”. A sostegno della ricerca scientifica sul cancro pediatrico anche quest’anno, in occasione della Pasqua, OPEN propone la vendita di uova di cioccolata (prodotte dalla ditta cilentana Mario Greco) o in ceramica (realizzate e dipinte a mano dalla Ceramica Artistica Solimene di Vietri sul Mare). Il contributo è di 12 euro per entrambi. E per sollecitare tutti ad un piccolo gesto di grande solidarietà, l’associazione salernitana ha deciso di aggiungere alle già note postazioni di vendita anche le scuole.

OPEN, da tempo presente sul web e su Facebook, ha deciso inoltre di affiancare al social blu Instagram, un altro diario sul quale catturare e condividere i momenti più significativi e le attività dell’associazione. Il progetto fonda le sue basi su coloro che da sempre sono parte integrante dell’associazione. Ogni mese le credenziali del profilo saranno affidate a diversi gruppi di persone che lo gestiranno a loro piacimento che a vario titolo partecipano alla vita dell’associazione, dai volontari ai soci onorari, dagli infermieri ai dottori, fino ai ragazzi in corsia e ai genitori. Loro potranno raccontare cosa accade dentro gli ospedali, dare voce alle famiglie, ai bambini ed ai ragazzi, mostrare il lavoro dei medici, degli infermieri e dei volontari, ma anche le piccole grandi difficoltà di ogni giorno.

«Vogliamo condividere su Instagram gli alti e i bassi della malattia. Queste “stories” potrebbero addirittura salvare qualcuno» – spiega il presidente Open Annamaria Alfani. «Non vogliamo usare Instagram solo per parlare dei prossimi eventi, per chiedere donazioni, né vogliamo raccontare solo i momenti tristi, che ci sono e meritano di essere condivisi – sottolinea la Alfani – ma soprattutto vogliamo lanciare un segnale di speranza, di forza, di coraggio. Queste “stories” potrebbero addirittura salvare qualcuno».

Instagram è una scelta precisa: i ragazzi tra i 10 e i 18 anni sono quelli più a rischio per le patologie oncologiche perché, non più sotto il controllo diretto dei genitori, spesso risultano poco consapevoli e informati rispetto a sintomi e rischi. E proprio questa fascia di età è quella che sembra interfacciarsi di più con la piattaforma ribattezzata il social dei giovani. L’identità parlerà a loro, nella speranza che punti di vista e informazioni, se corredati da immagini, emoticon, video e hashtag, risultino meno freddi e distanti, come un messaggio senza filtro riscaldato di dettagli e visioni personali.

web: http://openonlus.org/ 

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