Nella cultura popolare di molti paesi del mondo, inclusa l’Italia, il tredici viene considerato un numero di cattivo augurio in numerosi contesti.
Può suscitare qualche perplessità, per esempio, partire per un viaggio in una comitiva di tredici persone, o essere in tredici a tavola. La triskaidekafobia si combina con la paura del venerdì nella superstizione del venerdì 13. Le origini della superstizione contro il numero 13 non sono note. Un fatto forse rilevante è che il 13 è il successore di un numero altamente composto, il 12, che è considerato positivo in molte culture. Un insieme di 12 elementi si può infatti dividere in parti uguali in molti modi (per due, tre, quattro o sei); un “tredicesimo” elemento che si aggiunga a questo insieme ne impedisce qualunque suddivisione equa (13 è un numero primo). A differenza del 12, numero esatto considerato come rappresentativo di un ciclo concluso (contraddistingue i 12 mesi mesi dell’anno, le 12 costellazioni ect.), il 13 non faceva altro che rendere instabile il suo predecessore, perturbandone l’ordine, rendendolo indivisibile e quindi imperfetto. L’antipatia per il 13 ha radici antichissime, religiose e mitlogiche. Già nel Codice di Hammurabi (1686 a.C. circa) manca il numero 13 nell’elenco numerato delle leggi. Un celebre riferimento al 13 nei Vangeli riguarda l’Ultima Cena, in cui Giuda Iscariota fu il tredicesimo a sedersi a tavola. Sempre nel cristianesimo, Satana viene descritto come il tredicesimo angelo.
Ma da cosa deriva questa convinzione? Alcuni sostengono che la credenza sia nata venerdì 13 ottobre 1307, giorno in cui Filippo il Bello fece arrestare tutti i Templari sul territorio francese, confiscando i loro beni e consegnandoli all’Inquisizione. Fatto che causò probabilmente la rapida caduta dell’ordine in circostanze veramente misteriose. Secondo altri, la scaramanzia è legata invece alla tragica fine del tredicesimo commensale dell’ultima cena, Giuda, che si rende traditore di Gesù, il quale proprio di venerdì muore sulla croce. Prendendo esempi più recenti: Al Capone fu arrestato proprio un venerdì 13, mentre il rapper Tupac Shakur, nonostante sopravvisse a diversi tentativi di omicidio effettuati in precedenza contro la sua persona, venne ucciso a Las Vegas, guarda caso, un venerdì 13.
Altrettanto antica la fama del giorno che solitamente viene indicato come il meno propizio della settimana, celebrato pure in un proverbio che lo indica come il più inadatto, insieme al martedì, per sposarsi, partire, o dar principio all’arte. Venerdì, inoltre, oltre ad essere il giorno della morte di Gesù, è anche quello in cui Adamo ed Eva peccarono nell’Eden, in cui ebbe inizio del Diluvio Universale e in cui avvenne la distruzione del Tempio di Salomone.
Dal XVII secolo negli Stati Uniti la triskaidekafobia ha raggiunto livelli estremi tanto che in quasi tutto il territorio nazionale il numero 13 è scomparso dalle porte delle camere d’albergo, dalle poltrone dei teatri e degli aerei e dalla numerazione delle strade e dei piani dei palazzi: quasi tutti i moderni palazzi delle metropoli americane passano direttamente dal dodicesimo al quattordicesimo piano.
L’attore Stan Laurel (Stanlio), una volta in arte, cambiò cognome affinché il conto delle lettere non risultasse pari a 13. Si chiamava infatti Stan Jefferson. Sempre negli Usa, nessun aereo è mai stato chiamato F-13, poiché molti piloti erano superstiziosi a riguardo. Mente l’aeroporto Internazionale di Memphis è privo dei gate A13, B13 e C13.
Alcuni “triskaidekafobici” utilizzano la missione lunare Apollo 13 come prova per dimostrare che 13 è un numero sfortunato. Nella Formula 1, non c’è alcuna automobile con il numero 13. Tale numero, infatti, fu rimosso dopo che due piloti furono uccisi in altrettanti incidenti: entrambi stavano infatti guidando un’auto numero 13. La credenza si è diffusa anche in Italia, ma nel nostro Paese resistono tuttavia credenze di segno opposto che ritengono fortunato il numero 13 e sfortunato il venerdì 17. Basta dire che la Renault vendette la sua “R17” come “R177” in Italia.
In Cina, in Giappone ed in Corea, vi sono simili avversioni numerologiche (per il 4, detta anche tetrafobia, 14, 24, 34, 41 etc.) che comportano censure analoghe a quelle del numero 13. Questa credenza nasce molto probabilmente dal fatto che le parole muori (prima persona del presente indicativo del verbo morire) e quattro in cinese seguono quasi la stessa pronuncia, si e shi rispettivamente, ed in giapponese e coreano le parole conseguono la stessa pronuncia cinese. È interessante notare che il 13 è considerato un numero fortunato in queste culture dato che la parola tre, pronunciata san, è simile nella pronuncia alla parola vivi o sopravvivi in cinese e coreano ed è naturale trovare il blocco 13A in luogo del quattordicesimo blocco di complessi residenziali. I numeri di telefono cellulare contenenti il numero 4 sono venduti a minor prezzo rispetto agli altri. Nella cultura italiana è il 17 ad essere considerato sfortunato. L’origine di questa superstizione si rintraccia forse nell’anagramma di tale numero scritto in cifre romane (XVII): tale anagramma è VIXI, che in latino significa ho vissuto (perfetto di vivo). Ciò implica che la vita è terminata, come nel famoso annuncio ciceroniano di un’esecuzione (vixerunt). In Italia non è raro notare l’assenza di camere d’albergo numero 17, il numero di parcheggio che passa dal 16 al 16b e poi al 18. La compagnia di bandiera Alitalia non ha la diciassettesima poltrona sui suoi aeroplani, così come Germanwings che collega la Germania con molte città italiane. Sempre in tema di trasporti, un ambito piuttosto sensibile alle superstizioni, non esiste più l’autostrada A17 (mentre esiste l’A13).
Francesco Martini