Sala Consilina, dalla cultura villanoviana ai giorni nostri

Sala Consilina è il centro più grande del Vallo di Diano (SA), popolato già dal IX secolo a.C.

Ne sono testimonianza la vasta necropoli che ha messo in luce la stratificazione di diverse culture, da quella villanoviana a quella romana. Proprio di epoca romana sono le notizie sul centro di Consilinum, da cui ebbe origine l’odierna Sala Consilina, eretta durante la colonizzazione longobarda. Nel Medioevo l’importanza di Sala continua a crescere. Intorno al 1230, Federico II dispone un restauro del suo castello, ai fini della difesa territoriale. Nel 1246, per vendicarsi di una congiura ordita dai Sanseverino e da altri Baroni del Regno, Federico II distrugge la città.

Sala subisce un’altra distruzione nel 1497, quando – sempre a causa dell’insubordinazione dei Sanseverino, suoi Signori feudali – gli Aragonesi ne assediano il castello, distruggendo la documentazione e ogni altra testimonianza monumentale della famiglia baronale ribelle.

Nel corso dei secoli Sala ha vissuto momenti di alterna fortuna. Nell’Ottocento, soprattutto durante il Decennio francese (1806-1815), il paese andrà assumendo gradualmente importanza come sede amministrativa. Ma è nel corso degli anni ’60-’70 del secolo scorso che un’intensa attività edilizia e la crescita del commercio, hanno accelerato l’evoluzione di Sala da centro agricolo a sede di servizi e di attività economico-commerciali.

Alla luce dei danni causati dal terremoto del 1980 e della trasformazione del tessuto socio – economico cittadino degli ultimi cinquant’anni, è facile comprendere il declino del centro storico e il graduale spostamento delle principali attività commerciali e amministrative dell’Ottocento dal centro cittadino alle aree di più recente urbanizzazione.

Da vedere

Palazzo Grammatico (1722)
Grancia di San Lorenzo
Antiquarium Comunale
Cappella di S. Giuseppe
Battistero di Marcelliano (o “di S. Giovanni in Fonti”)
Castello Normanno

Festeggiamenti in onore di San Michele 

La sera del 28 Settembre dal quartiere di S. Eustachio parte la processione che vede portare in spalla una barca con a bordo un bambino salese nelle vesti di S. Michele. Arrivati alla Chiesa Madre si simboleggia per tre volte l’entrata della barca nel luogo sacro: questa, come respinta, oscilla indietro secondo un rituale di allontanamento del Male. Il giorno seguente di fronte alla Chiesa di S. Eustachio si assiste al Volo dell’Angelo. Il bambino viene agganciato a un filo d’acciaio, sospeso a 10 metri di altezza, così da volare per tre volte, grazie ad un sistema di carrucole e funi, sino alla statua di S. Michele, portando in offerta al patrono i doni dei Salesi.

Daniela Siano