San Giovanni a Piro: terra di arte, passione e libertà

San Giovanni a Piro è uno dei tipici piccoli centri del basso Cilento affacciato sul Golfo di Policastro, dove Basilicata e Calabria sono dirimpettaie.

Oggi il paese si articola in due frazioni, Scario e Bosco, ma la storia di questo comune risale a tempi molto antichi. Da visitare a San Giovanni la piazza dedicata all’umanista greco Teodoro Gaza che si apre tra l’intrico di stradine del borgo, talmente strette da permettere in alcuni tratti il passaggio di una sola persona alla volta. Qui si affaccia la Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. Nella parte più alta del paese, che prende il nome di rione Tornito, domina invece la Chiesa di San Gaetano da Thiene. Percorrendo la strada principale che passa al di sopra del paese, seguendo le indicazioni per il Santuario di Pietrasanta, si giunge al pianoro di Ciolandrea da dove è possibile godere della vista di tutto il Golfo, della Calabria e addirittura, quando il tempo lo consente, delle isole Eolie. 

Altrettanto suggestivo risulta passeggiare tra le stradine di Bosco, dove il susseguirsi delle semplici e silenziose case contadine viene rotto dagli spazi ampi e ricercati della casa si Josè Garcia Ortega, amico e allievo di Picasso. All’artista, che tanto amava questi luoghi, sono inoltre dedicati una piazza e un museo.

Scendendo verso il mare i rilievi scivolano ripidi fino alla costa incontaminata dove si incontra Scario, meta turistica di rilievo per la qualità delle sue acque e per la sua pittoresca posizione. La costa che da Scario arriva fino a Marina di Camerota è disseminata di grotte carsiche, di cale raggiungibili solo dal mare e di torri di avvistamento. 

Curiosità

Il Monte Bulgheria, visto da Nord, assomiglia ad un enorme leone a riposo con lo sguardo rivolto verso oriente. Gli abitanti dei paesi posti ai suoi piedi amano pensare che sia lì per proteggerli. Il suo nome deriva dai Bulgari, una popolazione che intorno al 700 d.C. si stabilì in quelle zone ai piedi del monte.

Nel 1980 il pittore spagnolo Josè Garcia Ortega, che amava soggiornare a Bosco in alcuni periodi dell’anno, ha voluto rievocare i moti rivoluzionari del Cilento (1828) con un dipinto eseguito su un pannello composto da 196 maioliche. Le mattonelle di ceramica sono state poi murate sulla parete di una piazzola presso la fontana del Sambuco, all’ingresso del paese. Si legge sul dipinto: Historia dipinta di Bosco Capoluogo per tre volte incendiata e distrutta dai borbonici che invano  tentarono di distruggere con le case e le strade anche l’amore per la libertà 1828, perché per tre volte Bosco risorse più fiera e più bella e nel verde di fronte al mare pronta a battersi per la libertà.

Daniela Siano